È così che la commissione d’accesso antimafia entrerà lunedì prossimo negli uffici della società che gestisce gli aeroporti calabresi.
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Ad aver messo la pulce nell’orecchio del Prefetto di Catanzaro Luisa Latella sono stati gli appalti dubbi, le assunzioni facili e le scalate societarie delle ditta Socal da tempo ormai al centro dell’attenzione delle cosche lametine.
Nella sede di Sacal da circa un anno c’è una stanza riservata alla guardia di finanza dove i militari del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro stanno analizzando ogni cosa.
Le Fiamme gialle erano piombate nell’aeroporto l’anno scorso dopo che era stata scoperta una microspia nella sala conferenze, a trovarla casualmente era stato un tecnico mentre riparava un condizionatore andato in tilt.
Insomma non si tratta di una storia del tutto nuova, in un anno si era aperta un’indagine che aveva portato a seminare “cimici” in quasi tutti gli uffici, dalle registrazioni audio e video è venuto fuori un sistema di raccomandazioni per arruolare 17 giovani amici di politici, funzionari pubblici e anche da un esponente dei carabinieri.
Ma questa volta c’è dell’altro, la società vanta un giro d’affari annuo di 20 milioni di euro con 250 dipendenti e un movimento di oltre 2 milioni e mezzo di passeggeri.
Alla Sacal una questione da chiarire riguarda Renato Caruso che ha acquisito quasi il 24% delle azioni, rilevando le quote di Comune e Provincia di Catanzaro ma anche dei soci privati come Aeroporti Roma e Banca Carime, così da riuscire a fondare l’azienda Lamezia Sviluppo con lo storico socio Nino Tripodi. Ma è stato il presidente del Cda Arturo de Felice, sostenuto da Oliverio, ad essere risucito ad annullare, per ora, il ruolo di Caruso.
Intanto il 3 luglio è vicino e la commissione d’accesso antimafia alla Sacal non si farà di certo attendere.
https://youtu.be/NBX9z6rX4bY