L’operazione travolse i vertici della Sacal. Tra i reati contestati corruzione, peculato, falso e abuso d’ufficio
Continua....
A distanza di sei anni dall’inchiesta “Eumenidi” che travolse i vertici della Sacal e a quattro anno dall’avvio del processo, la Procura di Lamezia Terme ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. La richiesta è stata avanzata dal pm Santo Melidona e riguarda 16 dei 21 imputati rimasti coinvolti nell’inchiesta scoppiata nel 2017 contro i vertici della società di gestione degli scali calabresi, politici, rappresentanti delle Istituzioni e imprenditori, accusati a vario titolo dei reati di corruzione, peculato, falso e abuso d’ufficio, all’esito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica lametina, guidata da Salvatore Curcio, per presunti illeciti nella gestione dell’azienda partecipata, sostenuta a capitale pubblico e privato. Tutto si basava su un presunto sistema clientelare all’interno della Sacal, attraverso il quale amministratori e dirigenti avrebbero favorito, secondo l’ipotesi accusatoria, politici e personaggi pubblici anche attraverso le procedure legate al programma “Garanzia Giovani”.
Secondo la Procura, molte condotte illecite ascritte agli indagati riguardavano «l’irregolare gestione» del progetto “Garanzia giovani”, finanziato con fondi pubblici, finalizzato a inserire in un tirocinio retribuito, alla Sacal, solo persone «meritevoli, rispondenti a precisi requisiti». Secondo le indagini, in ragione di «pressioni indebite di ogni tipo», anche perpetrate da politici locali e dirigenti pubblici, sarebbero stati selezionati soltanto amici e pareri degli indagati, attraverso interventi artificiosi sulle procedure di selezione previste dal bando pubblico. Sarebbero inoltre emersi «episodi illeciti relativi all’affidamento di consulenze “fantasma” per decine di migliaia di euro e ad artefatte selezione di personale per incarichi interni».