Tre anni fa era stata fermata alla frontiera di Ventimiglia a bordo di una Rolls Royce mentre stava andando al festival di Cannes. Con se aveva 300 mila euro e nella sua camera d’hotel a Milano ne furono trovati 1 milione e 400 mila. La cantautrice romana Anna Bettozzi, in arte Anna Bettz, ai domiciliari per l’inchiesta “Petrol mafie spa”, ora rischia 14 anni e 2 mesi di carcere. Questo ha chiesto la Procura di Roma durante il processo, con rito abbreviato. La maxi inchiesta, condotta in collegamento tra le procure di Roma, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli, coinvolge oltre Bettozzi, vedova del petroliere Sergio di Cesare, anche una decina di altri indagati, che hanno optato per il rito abbreviato.
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Acusata di aver ricevuto denaro da diversi gruppi criminali
Le accuse: associazione per delinquere per reati tributari, illecita commercializzazione di prodotti petroliferi, riciclaggio, auto riciclaggio, anche al fine di agevolare le attività di associazioni di stampo mafioso. Bettozzi, secondo le accuse, trovandosi a gestire una società in grave crisi finanziaria, sarebbe riuscita a ottenere forti iniezioni di liquidità da parte di diversi gruppi criminali, che le avevano consentito di risollevare le sorti dell’impresa. Nell’udienza di oggi è stato il turno dei difensori di Bettozzi, gli avvocati Cesare Placanica, Gianluca Tognozzi, Pierpaolo Dell’Anno e Antonio Ingroia che hanno ribadito “l’inesistenza di ogni minima collusione con la criminalità organizzata e confidando che l’effettiva comprensione dei meccanismi fiscali possa determinare l’esclusione degli altri profili di colpa”. La sentenza è attesa per ottobre.