Dom. Set 22nd, 2024

In una recente intervista in diretta televisiva, realizzata da Pasquale Motta durante il programma di Telemia “Il Fatto in TV”, l’ex commissario alla sanità della Regione Calabria, Ing. Massimo Scura, ha espresso con fermezza la sua visione della realtà sanitaria calabrese. Secondo Scura, i problemi non sono solo politici, ma profondamente radicati in una questione culturale. “Non ho una percezione, ma seguo da anni la sanità calabrese attraverso rassegne stampa giornaliere e i rapporti della Corte dei Conti“, afferma Scura, sottolineando come, pur ricevendo costanti aggiornamenti, la situazione continui a peggiorare.

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Alla fine del mandato di Scura, nel dicembre scorso, la Regione Calabria aveva un punteggio LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) di 162, appena sufficiente, dato che la soglia era fissata a 160. Tuttavia, l’anno successivo, questo punteggio è crollato a 125, un risultato drammatico attribuito alla scelta di dirigenti “perbene ma incompetenti” come il generale Corticelli e il prefetto Lugo, che non hanno saputo gestire la complessità della sanità calabrese. La situazione, come sottolineato anche dalla dottoressa Nava, fa della sanità calabrese “la peggiore d’Europa”, ribadisce l’ex commissario.

“Il problema della sanità calabrese non è politico, è culturale”, afferma Scura. Nonostante i governi regionali si siano alternati negli ultimi trent’anni, con maggioranze di destra, di sinistra e perfino con un peso politico rilevante del Movimento 5 Stelle nelle elezioni del 2018, nulla è migliorato. “Se nessuno è riuscito a fare qualcosa di buono per la sanità calabrese, significa che il problema non è politico, ma culturale”, sottolinea l’ingegnere.

Scura richiama anche il tema dell’autonomia differenziata, ma ciò che colpisce è l’esperienza diretta vissuta sul territorio. “Mi sono girato tutta la Calabria”, racconta Scura, descrivendo le sue visite agli ospedali di Locri, Polistena, e altre località. “Il primo problema dell’ospedale di Locri è che è a Locri”, una frase provocatoria che esprime come il contesto territoriale e culturale giochi un ruolo determinante nel malfunzionamento del sistema.

Ma il problema non riguarda solo la sanità. La Calabria ha il reddito più basso d’Italia, scuole e asili inefficienti, e ogni anno le cinque province della regione occupano stabilmente gli ultimi posti nelle classifiche di qualità della vita stilate da Il Sole 24 Ore. “La domanda da porsi, allora, non è perché la sanità calabrese non funzioni, ma perché dovrebbe essere migliore quando tutto il resto è peggiore.”

Con queste parole, l’ex commissario Massimo Scura conclude un’analisi amara ma necessaria, che sottolinea come il problema della sanità calabrese sia solo il riflesso di una situazione più ampia e complessa che coinvolge l’intero tessuto sociale ed economico della regione.