Mar. Lug 16th, 2024

Corte d’appello di Catanzaro ribalta accuse decennali contro Cosimo Commisso, revocando condanna a 12 anni. Verità processuale non provata oltre ogni dubbio.

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

In una svolta drammatica per il caso giudiziario che ha coinvolto Cosimo Commisso di Siderno, la Corte d’appello di Catanzaro ha emesso una sentenza di revisione che ribalta le accuse decennali contro il 74enne, precedentemente condannato a 12 anni di reclusione come presunto capo dell’omonima consorteria criminosa.

La decisione della Corte si basa su una serie di elementi chiave, principalmente la valorizzazione della sentenza del maxiprocesso “Crimine” e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Inoltre, la Corte ha fatto riferimento alla motivazione della Corte d’appello di Napoli, che nel gennaio 2019 ha assolto Commisso da pesanti accuse di essere stato il mandante di diversi omicidi e tentati omicidi durante la faida di Siderno, avvenuti tra il 1989 e il 1991.

La vicenda giudiziaria di Commisso risale all’indagine sulla faida, che ha portato al suo arresto nel gennaio 1993. Due processi successivi hanno portato a una condanna all’ergastolo per gli omicidi e i tentati omicidi e a una condanna a 12 anni per associazione per delinquere di stampo mafioso. La sentenza di revisione del 2019 ha portato alla revoca della condanna all’ergastolo.

I difensori di Commisso hanno successivamente presentato una richiesta di revisione anche per la sentenza relativa al reato associativo mafioso. Il processo di revisione si è concluso di recente davanti alla Corte d’appello di Catanzaro, che ha emesso una sentenza nel marzo 2022, depositata a luglio 2023 e diventata irrevocabile.

I giudici catanzaresi hanno richiamato la sentenza dei colleghi napoletani, sottolineando la valorizzazione della sentenza “Crimine” e le intercettazioni acquisite durante l’indagine, in particolare le conversazioni registrate all’interno della lavanderia Apegreen. La Corte di Catanzaro ha confermato che la ricostruzione della compagine criminale della famiglia Commisso, emersa da tali prove, identifica un capo clan diverso da Cosimo Commisso.

In conclusione, i magistrati catanzaresi, in linea con la Corte d’appello di Napoli, hanno affermato che “emerge la verità processuale secondo cui non può ritenersi provata oltre ogni ragionevole dubbio la qualità di capo clan a Cosimo Commisso.” La sentenza di revisione rappresenta un capitolo cruciale in questa lunga saga legale, gettando nuova luce sul ruolo di Commisso nella faida di Siderno e sollevando domande sulle accuse che lo hanno perseguitato per decenni.

Maria Teresa Criniti

Print Friendly, PDF & Email