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I “guariti” devonoessere sempre seguitiper almeno due settimane

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«Un paziente apparentemente guarito può ritornare ad essere positivo»: il professore Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di Virologia, spiega le mille insidie del Covid-19. «Può infatti essere negativo ai tamponi ma trattenere nel proprio organismo» sottolinea lo scienziato calabrese «il coronavirus che può rimanifestarsi». È un pò la storia del “paziente 1” risultato positivo poco prima di morire in ospedale a Cosenza. Aveva ancora il virus addosso anche se con una bassa carica infettiva. E il tampone lo ha rivelato. Il professore Caruso guarda alla sua Calabria rispetto alla evoluzione dell’epidemia con moderato ottimismo. « La Calabria avrebbe avuto pochissimi casi se non ci fossero stati i rientri dal Nord. Adesso bisogna chiudere le città diventate focolai, così come è stato fatto, e osservare le disposizioni imposte dal ministero della Salute mantenendo la cosiddetta distanza sociale». Quanto all’attività di cura e prevenzione Caruso è molto chiaro: « Fare tamponi a tappeto non è ipotizzabile, né fattibile. Occorre, piuttosto, procedere nei centri dove sono individuati i focolai con una mappatura completa alla quale andrebbe aggiunto l’esame del sangue per verificare i valori anticorpali».

Lo studioso precisa poi che il Covid-19 è molto infettivo, determina un’alta mortalità, si espande velocemente e si diffonde per via aerea. Il virus, inoltre, secondo il prof. Caruso può anche infettare lasciando tuttavia i contagiati a-sintomatici e quindi non individuabili se non attraverso i tamponi. Non solo: a parere del docente universitario anche i pazienti guariti possono mantenere una carica di contagiosità per le successive due settimane. Un positivo esprime un altissimo livello di contagiosità quando ha tosse e febbre. La secrezione, infatti, contribuisce alla diffusione del virus.

Ma l’arrivo della stagione estiva potrebbe bloccare l’avanzata del Covid-19?

«In genere i virus che colpiscono le vie respiratorie subiscono una forte ridimensionamento con l’arrivo dell’estate. Per poi però riproporsi in periodo autunnale. Dobbiamo augurarci che ciò avvenga» spiega Caruso, che aggiunge: dobbiamo cominciare a pensare alla fase due, cioè al ritorno di una normalità responsabile quando i dati ce lo consentiranno. E credo che ciò potrà avvenire tra maggio e giugno. Significa che occorrerà riprendere a vivere mantenendo però delle misure di protezione ancora alte. L’uso della mascherina e il distanziamento sociale».

Quando si vedrà davvero la luce, il professore Caruso non si sente di poterlo affermare con certezza. Lascia però intendere che l’avvento pieno della bella stagione (luglio e agosto) può verosimilmente considerarsi il periodo di ritorno alla normalità.

In Calabria il Covid-19 ha soprattutto colpito e ucciso persone anziane. Gran parte delle 58 vittime hanno una età compresa tra 70 e i 95 anni. Nell’ultima settimana sono morte 17 persone che erano ospiti di una casa di riposo di Chiaravalle. Altri decessi sono stati registrati in analoghe strutture private di Bocchigliero e Melito Porto Salvo.

fonte gazzetta del sud

SERVIZIO DI GIUSEPPE MAZZAFERRO