Gio. Ago 15th, 2024

La Calabria resta a rischio alto, l’indice RT risale a 1.03 ed è l’unica aver riportato molteplici allerte di resilienza. Resta arancione mentre quasi tutta l’Italia riapre

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Mentre quasi tutte le regioni italiane sono pronte e riaprire da lunedì, quando torneranno in fascia gialla, la Calabria resterà ancora in zona arancione e dovrà aspettare almeno un altra settimana per sperare nelle prime riaperture, sempre che i dati siano confortanti, cosa che al momento appare lontana. A guardare l’andamento dell’epidemia, infatti, c’erano pochi dubbi su un miglioramento degli indicatori nell’ultima settimana, e il nuovo monitoraggio della cabina di regia dell’ISS lo ha confermato. Tra le regioni che invece otterranno meno minori restrizioni ci sono Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto e le provincie autonome di Trento e Bolzano. Puglia, Calabria, Valle D’Aosta e Campania resteranno arancione, solo la Sardegna in zona rossa.

Calabria a rischio alto e molteplici allerte di resilienza

Due Regioni, la Sardegna e appunto al Calabria, hanno un “livello di rischio alto”, 14 Regioni/Province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui 2 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane), e 5 Regioni hanno una classificazione di rischio basso. In Calabria peggiora anche l’indice RT che risale sopra quota uno e collocandosi a 1.03 (la scorsa settimana era a 0.90) mentre rimane oltre la soglia critica l’occupazione dei posti letto in area medica. E se 13 Regioni, si legge nel documento dell’iSS, non hanno riportato allerte di resilienza. Solo la Calabria ha riportato molteplici allerte.

In Italia l’Rt scende a 0,81

Il quadro dell’epidemia nel periodo 12-18 aprile mostra un Rt (tasso di contagio) ancora in calo: 0,81 (range 0,77-0,89) a fronte dello 0,85 della scorsa settimana. Con il ripristino, previsto dall’ultimo decreto Covid, della fascia gialla in cui finisce buona parte delle Regioni, mentre solo la Sardegna vedrà confermato il “rosso“. Resta alta l’allerta dei tecnici: “si conferma la lenta discesa dei nuovi casi e del numero di pazienti ricoverati – scrivono nel report – ma il quadro complessivo resta ancora a un livello critico. In ogni caso ‘si osserva un lieve miglioramento generale del rischio’. Altri elementi importanti anche ai fini delle riaperture da lunedì 26 sono la ‘ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (29.892 vs 32.921 la settimana precedente)’ e ‘la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti’, in lieve crescita a 37,9% da 37,0% della scorsa settimana. Il 23,7% dei positivi è stato diagnosticato attraverso lo screening.

Quattro Regioni con RT sopra 1

Sono quattro (contro le cinque della scorsa settimana), le regioni italiane con un Rt puntuale maggiore di uno. Si tratta di Basilicata, Sicilia, Calabria e Molise. Tra queste, due regioni (Basilicata e Sicilia) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Calabria e Molise hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.

Ecco gli indici RT di tutte le Regioni: Calabria a 1.03

Abruzzo 0.84, Basilicata 1.24, Calabria 1.03, Campania 0.92, Emilia Romagna 0.73, Friuli Venezia Giulia 0.61, Lazio 0.78, Liguria 0.82, Lombardia 0.72, Marche 0.69, Molise 1.49, Piemonte 0.66, Provincia autonoma di Bolzano 0.75, Provincia autonoma di Trento 0.77, Puglia 0.84, Sardegna 0.97, Sicilia 1.12, Toscana 0.88, Umbria 0.89, Valle d’Aosta 0.94 e Veneto, 0.71.

Diminuisce ancora l’incidenza

Nel Report dell’Istituto superiore sanità-ministero della Salute, relativo al periodo 12-18 aprile, “l’incidenza è in lenta diminuzionema ancora molto elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti: (157,4 per 100.000 abitanti nel periodo 12-18 aprile vs 160,5 per 100.000 nel periodo 5-11 aprile, dati flusso Iss). Complessivamente, l’incidenza resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”. Di conseguenza, è necessario ridurre rapidamente il numero di casi anche con misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale”. Inoltre “l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiede l’applicazione delle misure utili al contenimento del contagio”.

In 12 regioni ricoveri sopra la soglia

Rimane alto il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (sono 12 Regioni/PPAA rispetto alle 14 della settimana precedente). L’occupazione nelle aree mediche è al 36%, sotto soglia 40% per la prima volta dopo settimane‘. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 26.952 (13 aprile) a 23.255 (20 aprile). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, resta invece sopra la soglia critica (35%), anche se il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.526 (13 aprile) a 3.151 (20 aprile)”. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è sotto la soglia critica (36%) per la prima volta dopo varie settimane.

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