Pubblichiamo la nota integrale ricevuta, quì di seguito
L’associazione Benessere per la Jonica presieduta dal dottor Franco Napoli (nella foto di copertina) con l’appoggio di ReAzione cauloniese sono preoccupati su come si stanno mettendo le cose a riguardo delle soluzioni pensate per il ripristino della “sanità territoriale” con il Recovery Fund.
I tagli previsti in proposito dal PNRR, se non rivisto,dimezzano i fondi ed il numero sia delle Case di Comunità (2 miliardi) che degli Ospedali di Comunità (1 miliardo) e sembrano puntare tutto sull’assistenza domiciliare e la telemedicina con il misero obbiettivo di prendere in carico solo il 10% della popolazione over 65 entro il 2026. , A riguardo si sta dimenticando che l’assistenza domiciliare discrepante esiste da anni e si dunque occorre solo di una rivisitazione/riattivazione e che l’agognata telemedicina è attività di secondo livello, se non di terzo, utile ma non sempre praticabile nell’ordinario giornaliero, principalmente in regioni e territori dove ancora manca quasi tutto, finanche una rete efficiente di fibra ottica, come la Calabria.
Chi governa ed ha governato negli ultimi 15-20 anni non può seppellire i propri errori nella tomba come i medici da anni messi in crisi di identità ed operatività; né può trasformarli in aria fritta o darne la colpa ai giudici come gli avvocati; non può coprire i suoi insuccessi con calcoli ingegneristici o con alberi e rampicanti come gli architetti, né, come i tanti politicanti, riversando gli errori sugli oppositori ,sperando che la gente dimentichi.
La gente non dimentica ed è ormai molto arrabbiata ! Il maremoto del Covid19 ha travolto la Sanità per una serie di ragioni prima fra tutte perché mancavano, e mancano, gli argini di contenimento praticati da una valida sanità territoriale, negli anni annacquata ed depotenziata, per non dire distrutta,con tagli lineari a personale e strutture attraverso decreti, leggi e leggine seguenti la L.833 del 1978, ed aggravata in tante leggi regionali come in Calabria che ha almeno 18 ospedali territoriali chiusi e un’altra diecina da completare ,postazioni di guardia medica dimezzate, strutture specialistiche ferme, facendo rimpiangere, nientemeno, i sistemi mutualistici creati dalla monarchia e dal fascismo ed adeguati dalla Repubblica dal secondo dopoguerra , dove si era capito che associare ricavi/perdite aziendali a gestioni come la sanità, istruzione, trasporti, non avrebbe potuto mai soddisfare a pieno un bisogno meramente contabile ma un obbligo sociale assicurato dall’art 32 della Costituzione, attuando finalmente una filosofia alo stesso tempo liberale, conservatrice e socialista – ( liberalsocialismo) – che oggi più che mai può farci traghettare nel futuro senza dimenticare le cose buone e cattive del passato e a cui Draghi sembrerebbe ispirarsi.
Da allora la sanità territoriale con i tagli sempre maggiori ai fondi ed al personale, ha messo in ginocchio tutto, anche le sussidiarie prestazioni fattibili presso le strutture territoriali convenzionate ed accreditate, che almeno dove esistevano,si doveva, aprendo loro un credito sociale, imporre di dare una mano nel momento di emergenza o di scomparire sostituendole o incoporandole nello Stato.
Per non parlare poi della tanto decantata informatizzazione e dematerializzazione dei flussi economici con aumento nelle funzioni di controllo di gestione e di contabilità interna che hanno incrementato le irregolarità ed i noti buchi di bilancio, considerati inattendibili, i quali purtroppo dopo il Decreto Calabria e la stagione dei Commissariamenti non sono finiti.
Ed ora arriva l’Araba Fenice del Recovery con soldi che la gente pensa dicono arriveranno subito mentre tali elargizioni hanno tanta condizionalità attuativa e temporale(anni) da fare paura, e dimenticando ancora che lo snodo per fare funzionare la Sanità è quello di assicurarla nelle periferie, principalmente nelle variegate territorialità di prossimità (la periferia delle periferie) : la programmazione nazionale e regionale dovrà tenere conto che un malato che vive in una zona desertica non può essere paragonato a quello che vive nelle periferie di un quartiere di Roma o di Milano e pertanto i finanziamenti centrali e regionali non possono essere basati non sul numero di residenti
E chi di competenza invece di comprendere finalmente che esistono cittadini delle “Calabrie” nella Calabria, fascia Jonica in primis, sembra stia lavorando duramente per preparare il prossimo errore senza considerare il delicato confine tra la soluzione temporanea e l’errore permanente; a tal uopo contiamo che la prossima tornata elettorale possa veramente prenderne coscienza e, quantomeno migliorare la situazione , mettendo in campo politici seri di qualsiasi estrazione sociale e professionale i quali dovranno possedere una mentalità manageriale-imprenditoriale capendo che per governare dovranno crearsi ed appoggiarsi ad una equipe di fiducia e competente, i migliori, magari, se necessario, facendo rientrare menti eccelse calabresi fuggite , in altri luoghi d’Italia e del mondo.
Le problematiche legate al Covid ci stanno donando semplicemente l’opportunità di iniziare a diventare più intelligenti, mostrandoci quello che ha il bisogno di essere migliorato.
Continua....