“Noi siamo diversi, perchè non portiamo rancore e sappiamo amare”, le parole dell’ex sindaco e governatore
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Presentato a Roma presso la sede del Parlamento Europeo il libro scritto da Giuseppe Scopelliti ‘Io sono libero’. L’ex presidente della Regione Calabria ha narrato la vicenda personale che lo ha coinvolto attraverso un racconto ben dettagliato. Presente in sala anche l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini oltre ai giornalisti Piero Sansonetti, Francesco Verderami, la presidente dell’Associazione Beutium Gemma Gesualdi e l’editore Walter Pellegrini.
“Ho sperimentato come lo Stato può essere quello che ti tutela, quando dopo le minacce della ‘ndrangheta io e la mia famiglia finimmo sotto scorta, ma anche quello che ti aggredisce. Quello che più amareggia è che dopo aver vissuto come in un cimitero per persone vive, e pagato il proprio conto, lo Stato non fa nulla per reinserire la persona nel contesto sociale”, le parole di Scopelliti.
L’ex Governatore della Calabria ha deciso di aprire lo scrigno dei suoi ricordi mentre ancora non ha del tutto finito di scontare la condanna a quattro anni e sette mesi, per il reato di falso ideologico, relativa ad alcune vicende accadute, tra il 2008 e il 2009, quando era sindaco di Reggio Calabria.
Parole al miele di Scopelliti verso Gianfranco Fini, al suo fianco per tanti anni in politica e anche oggi nell’incontro tenutosi nella capitale.
“Noi siamo diversi, perchè non portiamo rancore e sappiamo amare. Ringrazio il presidente Fini, mi è sempre stato vicino nei momenti difficili. Ricordo un aneddoto legato alla presentazione delle liste, quando disse ‘Scopelliti va messo capolista non in ordine alfabetico, ha diversi ruoli importanti’. Sono piccole cose per me grandi.
Oggi non ci sono più leader politici ma populisti. Fini mi convinse a fare il candidato sindaco a Reggio Calabria, stesso discorso per la presidenza della Regione Calabria, ha ricordato Scopelliti.
Fini dal canto suo ha ricordato la destra del passato, che puntava davvero sulle nuove generazioni. “Chi ha conosciuto la destra del passato, sa quanto considerava importante il mondo giovanile. Forse oggi viene visto solo come serbatoio di voti”.
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