Mar. Lug 16th, 2024

Sono passati due giorni dall’eliminazione dell’Inter dalla Champions League. La squadra di Simone Inzaghi ha denotato di avere paura, timore e forse poca esperienza rispetto ad un Atletico Madrid più pronto per giocare partite di un certo spessore e di una certa importanza. Aveva illuso il percorso che ha portato a Istanbul lo scorso anno, capace di far sognare con splendida realtà una tifoseria e un indotto oliati alla perfezione dalla gestione perfetta di Ausilio e Marotta. Sono mancati i dettagli, gli stessi dettagli che erano stati curati alla perfezione nella stagione di una squadra fortissima e di un allenatore maturato e cresciuto. Maturato e cresciuto nella sua condizione di solidità e forza e nella sua capacità discorsiva ed empatica. E’ mancata la voglia di crederci, di credere di essere realmente pericolosi contro un’altra corazzata. Ora come ora, il “campo” denota due sconfitte (per quanto quella in finale sia maturata con una prestazione degna di nota) contro due top team. L’Inter dimostra di essere schiacciasassi in Italia (24 vittorie su 28 partite, con 70 reti segnate e 13 subite) ma in Europa, cammino fino ad Istanbul a parte, prende le sembianze di una bellissima principessa che non diviene regina perché si autoimpone limiti di caratterialità e personalità, soprattutto considerando la gara d’andata. Nella gara del Wanda, nome nefasto (ci sembra di capire), l’Atletico ha meritato passaggio del turno e vittoria contro un gruppo di ragazzi che, almeno fino ad oggi, non avevano mai avuto “tremori al mento” e che forse nel momento più importanti hanno accusato uno scricchiolio delle ginocchia. Il tutto, però, non può e non deve togliere valore a quello fatto fino ad oggi. “Marotta League”, debiti, rigori, arbitri, var e classifiche al contrario sono robe da ignoranti complottisti. Lo erano quando vinceva la Juventus, lo erano quando il Milan di Ibrahimovic aveva più di 10 rigori in un campionato e lo sono adesso che l’Inter di Simone Inzaghi potrebbe sorpassare la clamorosa Inter di Mancini del biennio 06-07/07-08. I punti di distacco sono troppi per aggrapparsi agli episodi, la differenza di gioco di valore è merito pure e il solco non è dettato dal “rigorino” ma dalla differenza di chi nel 2024 ha vinto tutte le gare (ritorno con l’Atletico a parte) e di ancora claudica e annaspa per rincorrere faticosamente. Critiche ? Si, però, con giusto merito a chi, per ora, ha ammazzato calcisticamente un campionato. Ora, con una sola competizioni rimanente dopo la vittoria della Supercoppa e la prematura uscita dalla Coppa Italia, l’obiettivo deve essere quello di chiudere il campionato il prima possibile. Un fallimento, dopo un cammino del genere, sarebbe non tollerabile. Un vero e proprio harakiri che nemmeno viene sfiorato dai pensieri dei tifosi, della dirigenza e di tutto l’indotto completo nerazzurro. Le partite da giocare restano 10, il resto è noia. 

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