Mar. Lug 16th, 2024

Un dipendente degli uffici municipali di Aprigliano, nel Cosentino, è accusato di truffa e peculato. La confessione nelle carte dell’inchiesta che ha portato al sequestro di casa e auto: «Ho sbagliato, salvatemi»

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È indagato per i reati di truffa e peculato Mario Chiodo, quarantenne dipendente del comune di Rota Greca e di Aprigliano, entrambi nella provincia di Cosenza. Il giudice delle indagini preliminari ha disposto il sequestro di una casa e di una macchina del funzionario che per valore sono equivalenti ai fondi che sarebbero stati illecitamente sottratti al solo Comune di Aprigliano: 121.158,41 euro. L’operazione eseguita dal comando stazione dei carabinieri di Aprigliano coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza è stata molto lunga ed articolata vista la mole di documenti che sono stati esaminati per ricostruire le modalità con cui il dipendente pubblico avrebbe realizzato la sottrazione indebita di denaro pubblico.

CAPITOLI DI SPESA E BONIFICI L’imputato aveva libero accesso ai capitoli di spesa del comune di Aprigliano. E proprio servendosi del proprio potere di accesso alle tabelle di spesa del bilancio comunale ha dal 2015 al 2017 distratto fondi pubblici che erano nella disponibilità dell’ente presilano, dirottandoli verso conti correnti a lui intestati in diversi istituti di credito in provincia di Cosenza. Il meccanismo per realizzare la truffa, ricostruito dall’Arma dei carabinieri, si realizzava ponendo a fondamento un fittizio movimento di delibere comunali realmente esistenti; poi il dipendente effettuava verso i propri conti correnti, con cadenza mensile, bonifici di importo variabile, compresi tra 500 e 2.500 euro. Il gruzzolo di soldi, prelevati da capitoli di bilancio che erano di volta in volta differenti, non potevano destare i sospetti degli organi deputati a vigilare sulle somme di denaro in entrata ed uscita dalla casse del comune, poiché celate tra migliaia di movimenti bancari. Oltre al sequestro disposto dal giudice, l’amministrazione comunale di Aprigliano ha sospeso il funzionario, nel periodo di svolgimento delle indagini, in attesa di ulteriori provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria.

LA DENUNCIA È il primo cittadino Piergiorgio Le Pera a denunciare alle autorità le irregolarità. Porta alla caserma dei carabinieri un faldone con 24 mandati di pagamento. A insospettire il sindaco è proprio la mole di pagamenti che sono stati effettuati nel periodo di lavoro nei confronti del funzionario. I pagamenti non avevano – si legge nell’ordinanza – nessuna causale e i mandati di pagamento erano sottoscritti dallo stesso beneficiario. Ad accodarsi a Le Pera c’è anche il revisore dei conti del Comune che, notate le irregolarità, ha portato i documenti al comando dei carabinieri. Così con l’avvio delle indagini per Chiodo viene formalizzata l’accusa di truffa e peculato.

MEA CULPA «Sindaco mi doveste scusare, ho sbagliato, salvatemi. Sono nelle condizioni di mettere tutto apposto, dopo rassegnerò le mie dimissioni». Le parole, dai toni confessionali, che Chiodo riferisce al sindaco di Aprigliano Piergiorgio Le Pera quando gli chiede giustificazioni sui movimenti bancari, restituiscono in parte l’umanità del dipendente, conosciuto da tutti come una brava persona e uno stimato professionista.

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