Mer. Lug 17th, 2024
Il garante per l’Infanzia del Consiglio regionale Antonio Marziale ha presentato oggi la sua annuale relazione, una relazione, ha premesso, “che contempla, non senza una punta di moderata soddisfazione, azioni annunciate e fatte. Ma altre cose non sono andate a buon fine, ma che avrebbero potuto trovare una chiave di soluzione se altre istituzioni, politiche prime fra tutte, avessero collaborato con il mio ufficio”.
Nella relazione, tra azioni, protocolli e decretazioni e schede illustrative, Marziale ha passato in rassegna “il lavoro quotidiano” portato avanti dal suo ufficio, “chiamato a fare troppe volte – ha detto – anche di più rispetto a quello che si immagina, per assicurare a chiunque ci abbia interpellato, le porte spalancate. Ho interagito con tutte le istituzioni statali e sociali, ascoltato centinaia di persone, prima di innescare meccanismi di denuncia nel tentativo di ricomporre le fratture nella maniera più indolore possibile. Ho sempre anteposto ai facili giudizi la comprensione delle motivazioni, mai giustificabili che possono portare gli adulti a mancare di rispetto ai diritti fondamentali dei più piccoli. Se devo trarre una sintesi, da sociologo quale sono, non posso che rilevare con amarezza quanto la cultura della percezione dell’infanzia e dell’adolescenza, sia ancora lontana nella nostra regione”.
Tra le azioni poste in essere nel corso dell’ultimo anno dal suo Ufficio, Marziale ha citato, come “punte di diamante” l’istituzione presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza della Terapia intensiva pediatrica, “una realtà – ha sottolineato – che oggi salva la vita a bambini non solo calabresi, ma anche provenienti da regioni limitrofe”; gli interventi che hanno riguardato il quartiere-ghetto Ciambra di Gioia Tauro “che vede per la prima volta il manto stradale, il sistema fognario in qualche modo risanato, dove i bambini vanno regolarmente a scuola e le autorità sanitarie intervengono per assicurare le varie profilassi”. Ed ancora “la formazione di tutori volontari per minori stranieri non accompagnati, che pone la Calabria tra le regioni più attive”. Accanto a tutto questo, i dati dei numerosi interventi per casi di maltrattamenti ed abusi nei confronti di minori, anche disabili, e all’interno di una scuola, come accaduto a Crotone. “Vicende in cui – ha evidenziato – non è in discussione l’immagine della scuola, ma di chi ha leso i diritti di un bambino”. La battaglia condotta a livello parlamentare, “scaturita dalla preoccupazione per la prevista soppressione dei Tribunali per i minorenni ed il loro conseguente accorpamento ad una sezione specializzata presso i Tribunali ordinari, per difendere e sostenere, attraverso specifiche risorse della Giunta regionale, l’azione del Presidente del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, Roberto Di Bella, nella difesa e tutela di minori che sono sati sottratti al contesto mafioso in cui sarebbero stati costretti a crescere”.
Aprendo i lavori, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha riconosciuto il lavoro ed i risultati dell’Ufficio del Garante. “Dalla relazione di Marziale – ha detto – emergono difficoltà irrisolte ma anche soluzioni concrete e problemi annosi. Soluzioni che vanno ascritte innanzitutto alla caparbietà del garante che abbiamo nominato.
Che io ho formalmente nominato. Ma che è frutto di una decisione di tutto il Consiglio regionale, che da parte sua ha contribuito ad avviare un percorso di Cooperazione con gli altri parlamenti regionali anche attraverso l’obiettivo politico dell’ armonizzazione delle vigenti legislazioni sull’infanzia e l’adolescenza. Un grande aiuto, in tale, direzione è arrivato dal presidente Unicef Italia Francesco Samengo, un autorevole orgoglio calabrese per la sua presidenza. Proprio con l’Unicef, su mia iniziativa, siamo riusciti, nei mesi scorsi, a sottoscrivere un protocollo con la conferenza dei presidenti dei consigli regionali di tutta Italia. Chiaramente resta molto da fare, lo dico alla politica prima ancora che al nostro garante che ringrazio per l’impegno profuso e per i risultati raggiunti.
La Calabria tra i numerosi problemi con cui deve fare i conti anche in questo campo sconta situazioni emergenziali, come la dispersione scolastica, fenomeno purtroppo ad alta densità in alcune aree o come il dramma della povertà educativa che colpisce soprattutto i più piccoli e marginali delle nostre aree interne. Dinnanzi a questo quadro abbiamo il dovere di agire unitariamente come classe dirigente responsabile di ciò che accade dobbiamo lavorare per dare i nostri bambini ai nostri ragazzi una prospettiva un orizzonte di futuro In altri termini una speranza e un sogno”.
“Io credo – ha aggiunto Irto – che per i nostri bambini e i nostri ragazzi vada riconosciuto e tutelato, tra gli altri, il diritto di sognare, il diritto di immaginare un futuro migliore e di realizzarlo. Ma il diritto al sogno si realizza in un unico modo, con una classe dirigente in grado di dare opportunità vere e a questo obiettivo dobbiamo continuare a lavorare quotidianamente e su cui ci impegneremo, anche in maniera netta, nell’ultimo scorcio di fine legislatura. Oggi i bambini e gli adolescenti calabresi hanno certamente più diritti di quattro anni fa. Questo ci inorgoglisce e ci conferma che abbiamo intrapreso la strada giusta. Domani, però, vogliamo che i bambini e gli adolescenti calabresi non abbiano solo più diritti del passato ma anche pari diritti e pari dignità dei bambini e degli adolescenti d’Italia e d’Europa”.
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