L'indagine ad Ancona sulle
vaccinazioni simulate da un infermiere su pazienti per far
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ottenere loro indebiti Green Pass, è nata dalla denuncia di un
dentista, dirigente medico vaccinatore all’hub ‘Paolinelli”.
L’infermiere – Emanuele Luchetti, 51 anni – dipendente del
Centro di salute mentale dell’Asur, finito in carcere per le
accuse di corruzione, peculato e falso ideologico in concorso,
fu notato dall’odontoiatra mentre accoglieva ‘gruppi’ di
persone: quando il dentista gli chiese spiegazioni, l’altro
rispose che erano pazienti del Centro di Salute mentale mentre
altri ‘aggregati’ erano soggetti ad attacchi di panico.
Insospettito dal comportamento del sanitario, che si comportava
come unico referente di tali pazienti, il dentista si accostò al
box, notando che invece di somministrare il vaccino a una donna,
svuotava la siringa in un contenitore.
Allora l’autore della denuncia aveva affrontato l’argomento
con l’infermiere, apparentemente in tono ‘bonario’, riuscendo a
ottenere la confessione circa le inoculazioni bluff, confidenze
sul giro d’affari con pagamenti di oltre 300 euro a paziente ma
anche su persone coinvolte come ‘intermediari’ tra cui un legale
e un ristoratore. La preoccupazione del dentista era stata
duplice: il rischio di essere coinvolto, vista la funzione di
certificatore delle vaccinazioni che il medico non poteva però
sorvegliare all’interno del box, ma anche di tipo sanitario e
deontologico vista la condotta del 51enne il cui comportamento
poteva essere ‘seriale’.
Dopo aver raccolto questi elementi, fingendo ancora di
accondiscendere al comportamento dell’infermiere, il dentista
aveva contattato la Squadra Mobile per sporgere la denuncia,
datata 3 dicembre.