Ven. Nov 22nd, 2024

Il giovane accusato di manipolare illegalmente le elezioni regionali e comunali, difeso dall’avvocato Araniti, affronta le pesanti accuse di falsificazione e uso improprio di tessere elettorali

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Antonio Pio D’Ascola, classe 2001, è stato nuovamente affrontato davanti ai giudici del Tribunale della libertà nell’ambito dell’operazione “Ducale”. Questa indagine si concentra sui presunti legami tra politica e ‘ndrangheta a Sambatello, dove si sostiene sia stato orchestrato un piano per manipolare illegalmente i voti nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria del 26 gennaio 2020 e del Consiglio comunale di Reggio Calabria del 20 e 21 settembre 2020.

Difeso dall’avvocato Giovanna Beatrice Araniti, D’Ascola è attualmente sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Durante l’udienza, si è cercato di contestare le accuse avanzate dalla Procura distrettuale antimafia e dai Carabinieri del Ros. Secondo l’accusa, D’Ascola avrebbe partecipato, in concorso con altri, a varie azioni criminosi, incluso l’uso improprio di tessere elettorali di terzi per votare illegalmente o più volte, nonché la falsificazione di schede e altri documenti elettorali utilizzati nel seggio della sezione 88 di Reggio Calabria, situato nella via Mario Cagliostro di Sambatello.

Il processo continua a esplorare le intricate dinamiche di questo presunto disegno criminale, che ha sollevato serie preoccupazioni riguardo all’integrità delle elezioni e alla connivenza tra criminalità organizzata e istituzioni politiche locali.