Sentito come persona informata sui fatti nell’inchiesta di Bergamo, il matematico Stefano Merler sostiene di aver già iniziato a occuparsi dell’epidemia da Covid prima di Natale 2019. Diversi giorni prima dell’alert dell’Oms datato 31 dicembre, dunque, nella comunità scientifica italiana si sarebbe avuta contezza della diffusione del Covid. “Credo che già il 7 gennaio del 2020 c’erano stime che il virus fosse già diffuso al di fuori della Cina” mette a verbale lo studioso della Fondazione Bruno Kesler che paventò uno scenario devastante sulla diffusione del Covid in un dossier commissionato dall’Iss a febbraio. Rispondendo alla domanda se la dichiarazione di emergenza nazionale del 31 gennaio 2020 e l’istituzione del Cts del 3 febbraio dello stesso anno siano state fatte in tempi ragionevoli o meno, dice: “La mia risposta è influenzata da quello che è avvenuto dopo. Vero è che io avevo già iniziato lo studio dell’epidemia prima di Natale 2019 e già a livello scientifico era in atto un confronto. Indubbiamente posso dire che attorno al 20 gennaio 2020 già sapevamo gli elementi caratterizzanti dell’epidemia che evidenzio poi nel piano del 5 febbraio, tra cui trasmissione asintomatica, elevata trasmissibilità e che vi era una sottostima dell’epidemia in Cina. Tali mie valutazioni si basano sugli esiti dei modelli matematici che già stavo utilizzando. Non c’erano elementi per dire che non fosse contenibile. Del resto avevo iniziato lo studio dell’epidemia già a dicembre e quindi ritenevo che ci fosse materia su cui lavorare. Non ho elementi per rispondere a questa domanda”.
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