Mar. Lug 16th, 2024

Dalla Sicilia un omaggio ad un borgo jonico reggino. Un turista reggino che dovesse visitare la Chiesa di Santa Caterina di Noto, in provincia di Siracusa, probabilmente avrebbe la sensazione di incontrare fortuitamente un vecchio amico. Tra i bellissimi presepi artistici esposti tra quelle sacre mura, tra candele, la cui luce tremolante custodisce mute preghiere, e l’odor d’incenso, il visitatore si imbattirebbe nella più che fedele riproduzione di un luogo assai caro, un villaggio dello Jonio reggino dalla lunga ed affascinante storia fatta di castelli, eccidi, terremoti, emigrazione, alluvioni, abbandono e di quel genere di rinascita che riporta alla mente un soffio di brezza il quale, seppur debole, è capace di ravvivare i tizzoni sopiti sotto la cenere. Quel bellissimo e pittoresco paese è la nostra Pentedattilo! L’autrice è la poliedrica e pluripremiata artista netina Maria Teresa Risino (nella foto sotto), appassionata “presepista” e, in passato, tra le autrici della famosa e bellissima infiorata di Noto. La scorsa estate, ospite di amici reggini, è rimasta colpita dalla bellezza del Borgo di Pentedattilo, dalla sua grazia selvaggia e indomita e dalla cura con la quale alcuni ostinati ne rinnovano e perpetuano la vita offrendo ai turisti cenni storici, bevande dissetanti, oggetti d’arte, d’artigianato e tanta cordiale e affettuosa ospitalità. E proprio tra quelle mura, alcune diroccate ed altre abilmente restaurate, che l’artista siciliana ha pensato che la Sacra Famiglia avrebbe trovato un riparo confortevole dal quale annunciare al mondo la nascita di Gesù. Il presepe, di notevoli dimensioni, offre la possibilità di una visione sia diurna che notturna del villaggio e la sua fedeltà all’originale è tale che esso ricostruisce non soltanto gli elementi architettonici, ma propone anche l’operosa vita di ogni giorno ed i personaggi che il turista si trova ad incontrare nella realtà, compresa la bellissima colonia di gattini, affettuosamente soprannominati “i Pentegatti”. Un atto di omaggio alla nostra terra, quindi, al nostro borgo jonico, ma anche un gesto d’amore per le operose genti di Calabria impegnate nella cura e nella salvaguardia del territorio, della sua storia e delle sue antiche tradizioni millenarie.

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