Mer. Nov 20th, 2024

Forte di oltre 2 milioni di download, per Immuni si è aperta la fase della sperimentazione in tutta Italia, dopo la fase sperimentale in Abruzzo, Puglia, Marche e Liguria della scorsa settimana. La diffusione su tutto il territorio nazionale servirà a testare l’efficacia dell’app nell’individuazione degli eventuali contatti degli utenti con persone positive al Coronavirus, permettendo loro di rivolgersi al medico di famiglia o alle strutture preposte. Un’app che non prevede la geolocalizzazione degli utenti né richiede dati personali sensibili all’atto dell’installazione sul proprio smartphone, a garanzia di tutela della privacy: tutela garantita ulteriormente da Mobisec, azienda che dal 2017 certifica la cyber security in ambito mobile, che ha effettuato approfonditi test di sicurezza sull’app per verificarne l’affidabilità.

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“Lavoriamo da anni per garantire la sicurezza delle applicazioni mobile delle principali aziende nei più disparati mercati, dal bancario all’assicurativo, dalla pubblica amministrazione ai digital payments alla telefonia, sia a livello nazionale che internazionale – dice Alberto Zannol, fondatore e CEO di Mobisec. –  Un’expertise che ci ha consentito di essere chiamati da Bending Spoons in qualità di best in class per verificare la totale sicurezza di Immuni e sgombrare definitivamente il campo da qualsiasi timore legato alla privacy, che è garantita al 100%”I test effettuati, attraverso procedure di hacking “white hat”, hanno consentito a Mobisec di analizzare l’architettura dell’app e il suo funzionamento una volta installata su dispositivo mobile, individuando quali potessero essere i punti deboli e di attacco su cui un hacker avrebbe potuto agire: sono così state isolate le possibili vulnerabilità dell’app e i rischi, come la mancanza di protezione durante la trasmissione, l’utilizzo, il processo e la conservazione delle informazioni: un percorso necessario a garantire un risultato ottimale circa la totale sicurezza dell’app.

L’app richiede un solo dato “sensibile”, ovvero l’inserimento della propria Regione e provincia di appartenenza, necessità dettata unicamente dall’esistenza di regolamenti che territorialmente possono variare: gli utenti sono identificati da codici di prossimità generati casualmente e variabili più volte nel corso della giornata, il che rende possibile però individuare l’eventuale contatto, per prossimità, con un soggetto positivo. “Si tratta di un’app che per sicurezza è decisamente al di sopra della qualità che quotidianamente riscontriamo nel nostro lavoro – dice Zannol. – Per questo ritengo che si possa utilizzare in tutta tranquillità, partecipando al contempo a un più ampio progetto di tutela della salute collettiva”.

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