Mar. Lug 16th, 2024

I sindaci vibonesi della zona dell’Alto Mesima e alcuni del Reggino hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica per chiedere che venga scongiurata la chiusura della filiale di Dasà della Bcc Calabria Ulteriore prevista per il prossimo 19 settembre. I 13 firmatari sono gli amministratori del Vibonese dei comuni di Dasà, Gerocarne, Dinami, Pizzoni, Vazzano, Fabrizia, Mongiana, Acquaro, Sorianello e Arena,  cui si aggiungono tre della città metropolitana di Reggio Calabria:  Candidoni, San Pietro di Caridà e Serrata.

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Nella missiva – indirizzata anche al prefetto di Vibo Roberta Lulli, alla Banca d’Italia e ai vertici del gruppo Iccrea Banca – vengono riportati alcuni dati statistici, che evidenziano come il settore delle banche di credito cooperativo “ha percentuali di sofferenza più bassi del resto dell’industria bancaria” e alcuni report che testimoniano come, la presenza di Bcc nel territorio “contrasti il fenomeno del depauperamento dei piccoli centri, soprattutto nelle aree interne del Paese, contribuendo alla loro sopravvivenza e coesione sociale, contrasta il declino demografico, crea occasioni di lavoro, sostiene famiglie e imprese locali”.

Le motivazioni

Sempre nella missiva vengono spiegati i motivi che spingono i primi cittadini ad opporsi alla decisione presa, riassumibili secondo gli stessi in quattro capisaldi. Il primo è la presenza di un solo ufficio bancario – quello di Dasà appunto – in un territorio che va da Soriano  a Laureana di Borrello (Rc). Un perimetro vasto  che racchiude al suo interno circa 20mila persone.

Il secondo punto da tenere in considerazione sono i correntisti che a detta di chi scrive sono oltre 3mila, gestiti “da sole due unità di personale dipendente. Questa filiale, ha le carte in regola per svilupparsi ed ingrandire il suo giro d’affari nel volgere di qualche anno”. Nello stesso punto viene anche precisato che il personale qualificato conosce ormai per nome quasi tutti gli utenti ed in grado di offrire un servizio «non facilmente sostituibile da un bancomat intelligente; deve infatti sottolinearsi – viene spiegato  – il numero elevato di famiglie, pensionati e risparmiatori che si rivolgono all’istituto in questione”.

“Un monopolio naturale”

Nel penultimo punto viene rimarcato come la banca in questione “operi in un regime di vero e proprio monopolio naturale non derivante da speculazioni finanziarie, ma frutto di una storia e tradizione di lavoro e di risparmio lunga 40 anni. Una forza economica e una solidità dei fondamentali propria dei territori più sviluppati dell’Italia del nord”. Nel quarto e ultimo punto viene sottolineato come l’economia reale, tangibile e concreta “prodotta dalla Bcc svolga anche un importante argine socio economico ai fenomeni dell’usura e dell’infiltrazione del malaffare organizzato nell’economia pulita che è stata anche certificata dall’ultima ispezione di Banca d’Italia”.

Tutte queste causali spingono chi firma il documento sia a chiedere di sospendere ogni decisione (l’affitto dei locali è pagato fino a febbraio 2023) visto che “non vi è alcuna ragione reale, concreta ed apparente per procedere alla chiusura” sia “tutela ed ascolto” per i cittadini amministrati. “Siamo disposti ad ogni collaborazione istituzionale e amministrativa per contribuire al rilancio dell’iniziativa economica – si legge – nel rispetto dei canoni costituzionali di tutela del credito, del risparmio e della cooperazione. Desideriamo con forza evitare di contribuire alla diffusione dell’economia illegale, legata a forme abusive del credito”.

“Verso nuovi utili”

Le principali cariche dei comuni interessati, in conclusione, affermano di “essere consapevoli che ci si trova di fronte a scelte di un’impresa privata e come tali non coercibili o sindacabili in sede istituzionale” ma che “la scelta aziendale che contrastiamo è stata assunta dal management senza consultare o senza spiegare a sufficienza ai soci cosa si intende fare, a soli pochi mesi da una consultazione straordinaria che ha visto l’adesione degli stessi alla proposta di fusione ed ampliamento della Bcc. Siamo convinti – la chiosa dei sindaci – che nelle forme e nei modi di legge si procederà a lasciare aperta la filiale di Dasà, rilanciandola nella prospettiva più che fondata, di fare nuovi utili”. 

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