Sab. Lug 27th, 2024

Dal Vangelo secondo Giovanni

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Gv 7,1-2.10.25-30

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Parola del Signore!

La riflessione di monsignor Piero Romeo, vicario generale della diocesi di Locri Gerace:

Andiamo a vedere, Ignorando tutte le voci, le critiche della gente. Andiamo ad ascoltare. Capire da dove viene qualcuno è importante per conoscere la sua storia, quello che lo ha condotto qui. Ma Gesù spiazza tutti, perché dicendo «vengo da lui» pone la nostra casa in un chi. Casa è un luogo di cui non solo conosco gli spazi, ma in cui sperimento un senso di appartenenza. Dove sono vivo? Durante quei giorni di festa si abitano capanne rivestite di fogliame dal quale si può intravedere il cielo stellato. Si rivive così l’esperienza nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto, la precarietà e l’affidamento totale a Dio. Tra l’altro la tradizione vuole che alla fine dei tempi verrà costruita una enorme capanna (sukkà) in cui tutti i popoli possano abitare insieme in pace. Mettere le mani addosso a Gesù è impossibile fino a quando Gesù non si lascia mettere le mani addosso! Gesù si consegna per rivelare il volto di un Dio che non si nasconde sotto la corazza della sua onnipotenza, ma si espone fino in fondo nella nudità di un amore donato senza condizioni e senza scappatoie. Il Signore Gesù – mite e umile di cuore – si offre a noi nel suo vangelo e nella sua croce. Davanti alla croce e di fronte al Vangelo dobbiamo esaminare i pensieri del nostro cuore per fare verità sul nostro desiderio, perché si possa dire anche di noi:
«Ecco, egli parla liberamente» (Gv 7,26).

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