Dal 15 al 19 novembre, al Marca, cinque appuntamenti tra storia, arte e imperdibili testimonianze
Continua....
La Calabria, le sue radici multiculturali. Terra di contraddizioni e di contaminazioni tra Oriente e Occidente. Terra di emigrati e di emigranti che cercano una speranza in una regione spesso disperata. Sarà un racconto a più voci della nostra terra quello che caratterizzerà “Kalon Brion. Lo spirito della Calabria, la Calabria dello spirito”, il cartellone che racchiude gli eventi culturali della quattordicesima edizione del Festival d’Autunno, dal 15 al 19 novembre nelle sale del Museo Marca di Catanzaro.
Cinque appuntamenti che arricchiscono il Festival diretto da Antonietta Santacroce e ai quali avranno prelazione a partecipare gli abbonati. Non solo, quindi, la grande musica – quella del leggendario Steve Hackett, di Gino Paoli, Danilo Rea e Massimo Ranieri – ma anche, come è ormai tradizione, momenti in cui riflettere e interrogarsi.
Questa volta grande protagonista è il Sud. Si partirà dall’anno mille, dalla Calabria d’epoca bizantina- normanna, con la proiezione di un esclusivo film documentario del regista Erminio Perocco. Si tratta di una produzione originale del Festival che sarà presentata per la prima volta al pubblico. Il titolo è “God blessed Calabria” e ha come obiettivo quello di far conoscere, attraverso la straordinaria bellezza delle immagini e un linguaggio semplice e coinvolgente, la storia meno conosciuta ma davvero affascinante della nostra regione. E sarà a partire da quella proiezione che, subito dopo, due esperti archeologi quali Francesco Cuteri e Chiara Raimondo si interrogheranno sulla Calabria, da sempre trait d’union tra due mondi, quello occidentale e orientale, e nella quale si sono scritte pagine importanti di integrazione tra culture differenti.
Ma anche terra in cui ci sono esempi di persone che hanno lottato per non lasciare da soli gli ultimi. Come don Mimmo Battaglia, oggi vescovo della diocesi di Cerreto Sannita ma da venticinque anni presidente del Centro Calabrese di solidarietà in cui ha “curato lo spirito” di tanti uomini e donne che hanno vissuto storie di disagio. La sua testimonianza, quella di “prete di strada”, si intreccerà il prossimo 16 novembre con quella di un altro sacerdote da sempre in prima linea contro la criminalità organizzata e il malaffare: don Aniello Manganiello, promotore della Fondazione “Ultimi”. Per 16 anni è stato la voce di Scampia, il quartiere di Napoli passato più volte alle cronache per il degrado, la miseria e il malaffare che lo caratterizzano. “Dio nelle terre di frontiera” è il titolo della conferenza – moderata da Donatella Soluri – di cui saranno protagonisti e nella quale cercheranno di spiegare che una vita diversa è possibile anche per chi nasce in dei luoghi in cui il destino sembra già segnato.
E il destino del Mezzogiorno, secondo quando scrive Carlo Puca, giornalista di Panorama e scrittore che sarà al Marca il 17 novembre, potrà modificarsi a patto che si azzeri tutto. Lo scrive nel suo libro “Il Sud deve morire”. Una sorta di provocazione, l’idea che il Meridione avrebbe bisogno di “morire per poter risorgere, sperando che risorga un Sud migliore”. Ne parlerà assieme a un altro giornalista d’inchiesta qual è Paolo Pollichieni, direttore del Corriere della Calabria e con il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri.
Il giorno successivo il Festival racconterà la “Calabria terra di incontro nel secondo millennio”. Una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Mediaset Giancarla Rondinelli, animata soprattutto da sindaci che hanno fatto dell’accoglienza la propria mission ma anche da primi cittadini che hanno qualche perplessità su quale ruolo debba svolgere la nostra terra in relazione ai tanti sbarchi di profughi. Tra gli ospiti, anche il giornalista del Quotidiano, Michele Albanese, e il presidente della Fondazione “G.B. Vico”, Vincenzo Pepe.
A chiudere una settimana ricca di eventi, la storia di cinquant’anni di attività di un artista calabrese conosciuto in tutto il mondo, Gerardo Sacco. L’orafo crotonese sarà ospite del Festival quale esempio positivo e di successo in una regione che, nonostante i tanti problemi e i suoi limiti, vede affermarsi chi ha talento e chi persegue con abnegazione i propri obiettivi. La sua vicenda umana e artistica è raccontata nel libro-intervista “Sono nessuno!”, in cui il giornalista Francesco Kostner – presenta anche lui il prossimo 19 novembre – svela aneddoti e ricordi dell’ “orafo delle dive”, ammirato dai più grandi personaggi del cinema, del teatro e della televisione. Ma ci sono anche riflessioni profonde su temi sociali, culturali e religiosi nelle pagine del volume edito da Rubbettino che ritorneranno nel corso dell’appuntamento, moderato da un altro giornalista noto al grande pubblico, Michele Cucuzza.
“Cinque conferenze – spiega Antonietta Santacroce – che diventano occasione di conoscenza ma anche di confronto su tematiche attuali. L’ambizione è quella di stimolare il senso critico nel pubblico che parteciperà, dando chiavi di lettura differenti su tematiche in cui spesso sono i luoghi comuni a trionfare”.
Agli eventi potranno assistere prioritariamente gli abbonati che hanno la possibilità di sottoscrivere la loro tessera entro il prossimo 15 ottobre. Lo si potrà fare esclusivamente presso la Galleria d’Arte Miglio, su Corso Mazzini al civico 200, nel centro storico di Catanzaro, nelle vicinanze della Questura.