Trifoli: “Che davvero ci sia la terza statua è una supposizione, però sarebbe giusto approfondire”
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Era il 16 agosto del 1972 quando un sub individuò sui fondali del mare Ionio, al largo di Riace, i bronzi omonimi, le due bellissime statue di scuola greca, probabilmente risalenti al V secolo a.C., costudite nel museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Il prossimo anno sarà trascorso mezzo secolo dal ritrovamento e l’amministrazione comunale si prepara a celebrare l’evento. Il sindaco Antonio Trifoli ha molte idee in proposito, a partire dall’allestimento di un museo multimediale che ricostruisca i due bronzi. Grazie alle tecnologie più moderne, è possibile riprodurli in tre dimensioni.
L’amministrazione ha già individuato in un immobile confiscato alla ‘ndrangheta la “location” ideale. Ma il vero obiettivo di Trifoli è una nuova, massiccia campagna di ricerche nella zona del ritrovamento. Stefano Mariottini, il sub che avvistò le statue in fondo al mare ha sempre smentito di aver visto altri manufatti, ma l’ipotesi che i fondali dello Ionio possano custodire altre meraviglie non è stata mai accantonata: recenti studi parlano di un gruppo di 5 statue affondate con la nave che da Roma le trasportava verso Costantinopoli.
“Vorremmo avviare – spiega all’AGI il primo cittadino – degli scavi ad hoc, naturalmente fatti da studiosi e personale specializzato. Speriamo di trovarvi altre ricchezze archeologiche. Ci sono stati nel corso degli anni molti elementi che hanno fatto pensare ad altre, possibili scoperte. L’ultimo scavo serio – fa rilevare – fu fatto dal Lamboglia e risale a 30 anni fa, poi non è stato fatto altro. Anni addietro – ricorda – una nave americana, attraverso i sonar, rilevò delle anomalie metalliche proprio nel punto in cui furono ritrovati i bronzi. Il ministero dei Beni Culturali non ha mai preso in considerazione l’idea di effettuare una nuova campagna. Perché – domanda – non far ripartire le ricerche nel punto in cui fu effettuato il ritrovamento archeologico del secolo? Vogliamo verificare se davvero ci può essere dell’altro, magari proprio la terza statua di cui si è già parlato”.
L’esistenza di un’altra statua sui fondali è ipotizzata, ricorda Trifoli, “in uno studio del professore Giuseppe Bragò, sulla base della documentazione custodita nell’archivio museo di Reggio Calabria. In un verbale si parla di un gruppo di statue e non di due. Ci sono nei verbali elementi che potrebbero far pensare che i bronzi fossero tre. Ma si tratta solo di ipotesi. Allora andiamo a vedere se è vero. Ci sono anche testimoni oculari del trafugamento di uno scudo e di una lancia. Che qualcosa sia successo in quegli anni è sicuro. Che davvero ci sia la terza statua – prosegue – è una supposizione, però sarebbe giusto approfondire. Il nostro intendimento, comunque, è che Riace e la Locride possano ricavare un beneficio dalla scoperta dei bronzi. Vogliamo che i turisti vadano a vedere a Reggio le statue, ma poi vengano qui, a vedere il punto in cui sono stati ritrovati. L’intendimento dell’amministrazione comunale è lanciare un concorso di idee per la realizzazione di un’opera bronzea che rappresenti il momento della scoperta e diventi essa stessa un’attrazione”.
L’altra scommessa è il museo multimediale. “L’immobile sequestrato alla mafia che vorremmo adibire a museo si trova a meno di 100 metri dal luogo del ritrovamento dei Bronzi. Naturalmente gli enti territoriali, dalla Regione alla Città metropolitana, ma anche il ministero, devono aiutarci. Vogliamo un luogo che riproponga il momento della scoperta e le successive fasi oltre a una ricostruzione virtuale, in scala reale, dei due guerrieri grazie ai computer”.
Ma il Comune di Riace non ha le risorse necessarie, sebbene abbia già pronto un progetto che sarà presto presentato alla Regione. “Non si tratta – dice Trifoli – di aiutare soltanto Riace, ma di operare nell’interesse di tutta la Calabria. Occorre poter raccontare il contesto, non solo le due opere; offrire un quadro della storia della Locride e della Magna Grecia. Qui non ci sono fabbriche. L’alternativa a uno sviluppo basato sull’industria sono le bellezze, i beni culturali e la storia di questo comprensorio e della regione. Sono le uniche ricchezze che abbiamo insieme all’enogastronomia”.
Da parte degli enti interpellati, dice Trifoli, sembrerebbe esserci un orientamento in tal senso, “ma di concreto – aggiunge – non c’è altro”. Secondo il sindaco della cittadina ionica, “è arrivato il momento che la comunità di Riace e tutta la Locride abbiano delle ricadute positive dal ritrovamento dei bronzi. Per questo stiamo organizzando un grossissimo evento in occasione del cinquantenario. Abbiamo un progetto che però necessita del supporto delle istituzioni, a partire dalla Regione, dalla Città Metropolitana di Reggio e dallo stesso ministero. Credo – ribadisce – che i benefici che la Calabria può ricavare dai bronzi siano enormi. Si tratta – sottolinea – di opere conosciute a livello internazionale. Recentemente, come mi ha riferito un amico avvocato, se ne è parlato durante un convegno a Chicago. Il presidente della Regione ci ha assicurato che sarà al nostro fianco per sostenere l’idea”.
Si è anche ipotizzato di portare le statue nel luogo del ritrovamento. Del resto, in passato, furono ospitate dal museo di Firenze e dal Quirinale. “Anche questo è un sogno – dice Trifoli – portarli qui per un paio di giorni in occasione dei 50 anni dal rinvenimento, ma il vero obiettivo, ripeto, è un evento che valorizzi il territorio dal punto di vista economico, turistico e culturale”.