Lun. Lug 1st, 2024

L’ordine del giorno della seduta del 4 luglio non presenta (sulla carta) punti impegnativi. Ma restano “in ballo” l’autonomia e il “nodo” Commissioni.

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Il ritorno “soft” del Consiglio regionale

Come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria, la prossima seduta dell’assemblea legislativa calabrese è stata ufficialmente convocata per il 4 luglio. Dopo la lunga e tesa parentesi elettorale, il Consiglio regionale torna in aula con un ordine del giorno di 7 punti, numericamente nella media e politicamente non particolarmente impegnativo. Un Consiglio regionale quasi “balneare”, dal sapore parecchio estivo. In agenda ci sono pratiche di bilancio degli enti di sottogoverno (Calabria Lavoro e Calabria Verde), una proposta di legge bipartisan Alecci (Pd)-Gentile (Lega) sull’albergo diffuso, e due proposte di legge per l’istituzione di due Riserve naturali regionali, un tema che sembra essere diventato una nuova priorità per la politica calabrese, sebbene con qualche sospetto di interesse per le risorse della Direttiva Habitat.

I temi nell’agenda futura

L’ordine del giorno evita le questioni più impellenti e controverse, come il tema dell’autonomia differenziata, che ha provocato e continua a provocare tensioni sia tra centrodestra e centrosinistra, sia all’interno dello stesso centrodestra, con le posizioni divergenti di Roberto Occhiuto e Filippo Mancuso. Il Pd ha tentato di riportare il tema dell’autonomia differenziata al centro dei lavori del Consiglio regionale, ma la maggioranza ha bloccato questa iniziativa, cercando di smorzare le tensioni post elettorali. Anche altri dossier delicati, come la nascita della “Grande Cosenza” tramite la fusione tra il capoluogo, Rende e Castrolibero, e la bonifica di Crotone, non sono ancora stati affrontati in Consiglio. La priorità attuale sembra essere un ritorno tranquillo per evitare che le tensioni elettorali compromettano gli equilibri interni, soprattutto nel centrodestra. Tuttavia, l’atmosfera politica si surriscalderà presto con il previsto rimpasto di Giunta e il “tagliando” delle presidenze delle commissioni, attualmente sbilanciate (la Lega ne ha quattro per sei consiglieri regionali, Forza Italia una soltanto per sette consiglieri regionali, e Azione è impaziente di ottenere più spazio).

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