Mar. Lug 16th, 2024

Il deputato pentastellato D’Ippolito presenta un’interrogazione in cui in sostanza si sollecita la chiusura della struttura soveratese. Lo «sdegno» della Vono, ex M5S

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Hanno viaggiato per più di un anno nella stessa direzione, ma poi le loro strade si sono divise: l’uno è un irriducibile del Movimento 5 Stelle, l’altra ha lasciato i pentastellati per abbracciare Matteo Renzi. Sono Pino D’Ippolito e Silvia Vono, il primo deputato M5S e la seconda ieri senatrice M5S ma oggi di Italia Viva, che litigano sul punto nascita di Soverato.
L’INTERROGAZIONE DI D’IPPOLITO A aprire le ostilità la presentazione, da parte di D’Ippolito, di un’interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri della Salute e dell’Economia di «provvedere a diversa programmazione e allocazione delle somme disponibili al fine di garantire la sicurezza dei parti nei territori di Lamezia Terme e Soverato e di evitare dispendio di risorse pubbliche. Nello specifico – spiega il deputato – il problema riguarda i 300mila euro che con decreto dello scorso 19 dicembre i commissari alla Sanità calabrese hanno destinato, su richiesta dell’Asp di Catanzaro, all’adeguamento del blocco operatorio di Ginecologia dell’ospedale di Soverato, il cui Punto nascita nel 2018 totalizzò 349 parti e poi fu temporaneamente chiuso, a seguito di ispezione ministeriale, per carenze strutturali, organizzative e tecnologiche». Secondo il parlamentare del Movimento 5 Stelle, «è inaccettabile la strada intrapresa dai commissari del governo, Saverio Cotticelli e Maria Crocco che hanno indirizzato – dice – risorse del Patto per lo sviluppo della Calabria ad un Punto nascita tra l’altro mancante, stando ai dati delle nascite, della necessaria esperienza sanitaria, dimenticando che da anni esiste un progetto, ancora non realizzato, per la messa in sicurezza del blocco operatorio dell’ospedale di Lamezia Terme, delle sale parto e dell’endoscopia. Cotticelli e Crocco – continua –  dovrebbero sapere che nel Punto nascita lametino nel 2019 sono nati 1000 bambini e sono stati eseguite oltre 1200 prestazioni chirurgiche, benché l’Ostetricia-Ginecologia abbia soltanto 8 medici più il primario. «Cotticelli e Crocco – rimarca il parlamentare M5S – hanno ignorato che con sentenza del 12 settembre 2019, il Consiglio di Stato ha stabilito che è legittimo l’accorpamento delle attività di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria-Neonatologia di due ospedali ove il numero di parti all’anno sia inferiore a quello previsto dalle Linee di indirizzo dettate con l’accordo in Conferenza unificata Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, che prevedono, tra l’altro, la razionalizzazione/riduzione progressiva dei Punti nascita con numero di parti inferiore a 1000 all’anno. Pertanto – conclude D’Ippolito – occorre un richiamo immediato dei ministeri vigilanti nei confronti della struttura commissariale, che ha confermato di non conoscere la realtà sanitaria della Calabria e di non saper programmare, peraltro nella fattispecie rischiando lo spreco di risorse pubbliche, i servizi essenziali come i Punti nascita, alla luce della attuali Linee di indirizzo».
LA VONO CONTRATTACCA Stizzita la replica della Vono: «Leggo con sgomento e sdegno la notizia che il deputato D’Ippolito (M5S) ha presentato un’interrogazione parlamentare che chiede ai Ministri della Sanità e dell’Economia di provvedere a chiudere definitivamente il Punto Nascita di Soverato destinando i fondi già stanziati per la messa in sicurezza di questo presidio soveratese ad altri ospedali. Mi rammarico di come si possa anche solo immaginare uno scenario in cui un parlamentare di maggioranza, avvalendosi di uno strumento tipico dell’opposizione, chieda la chiusura definitiva del punto nascita di Soverato, presidio essenziale del comprensorio del basso ionio, adducendo motivazioni avulse da qualsiasi logica giuridica e politica». Secondo la Vono «dichiarare apertamente come “dispendio di risorse pubbliche” la messa in sicurezza di un reparto di un ospedale, qualsiasi esso sia, necessaria a garantire servizi essenziali per donne e nascituri, sia una semplicemente una follia. In tutta Italia stiamo lavorando, fianco a fianco degli amministratori e col ministero della sanità, al di là dello sciorinamento di sterili numeri per attenuare disagi sanitari e ulteriori chiusure di presidi ospedalieri. Responsabilmente, assieme ai dirigenti amministrativi e sanitari del territorio impegnati quotidianamente con apprezzabile spirito di abnegazione, stiamo cercando anche di trovare una soluzione a quel “Decreto Calabria” grazie al quale oggi i nostri ospedali si trovano privati delle dotazioni essenziali di materiale per continuare ad operare nel rispetto degli standard di sicurezza e per cui non ho mai risparmiato critiche durante la fase dibattimentale arrivando al punto di dissociarmi e non sostenerne l’approvazione». La Vono quindi osserva: «Nel mio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica Italiana, eletta in Calabria, continuo a lavorare in sinergia con il generale Cotticelli, la Crocco e ora anche con i commissari prefettizi in un confronto positivo affinché nella nostra terra siano ripristinate le condizioni economiche e legali per consentire a tutti gli operatori sanitari di lavorare in serenità, con le giuste dotazioni organiche ed economiche che in questo momento – conclude la senatrice di Italia Viva – sono bloccate da un modo populista di scimmiottare la politica che continua ad ignorare e calpestare non solo le esigenze e le emergenze ma i diritti di tutta la cittadinanza calabrese».

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