Ven. Ott 4th, 2024

Tra i periti che hanno avuto l’arduo compito di fare chiarezza sui tanti decessi, nel periodo pandemico,avvennuti presso il Pio Albergo Trivulzio di Milano, c’è pure il professore e medico legale Pietro Tarzia (NELLA FOTO DI COPERTINA). Il dottore roccellese è una Autorità, nel campo, a livello internazionale e il magistrato inquirente lo ha voluto nel pool dei medici che hanno dovuto chiarire quanto avvenuto nella nota casa di riposo. Come hanno titolato e titolano molti giornali e riviste: “Il Covid al Trivulzio si propagò per carenze e ritardi. Gli esperti nelle nuove indagini sulla dirigenza del Trivulzio: “su 485 morti al Trivulzio il 20% legate al Covid”. L’Ansa ha riportato che: “Nessuna “responsabilità o censura” va addebitata alla dirigenza del Pio Albergo Trivulzio di Milano “sull’ingresso precoce” del Covid nella struttura, ma le carenze “decisionali ed organizzativo-gestionali” e la “tardiva applicazione delle procedure di isolamento”, come il “ritardo” nel fornire mascherine e Dpi, hanno “potuto incidere sulla propagazione del virus all’interno dei reparti con una maggiore incidenza nel primo periodo della pandemia”, tra marzo e aprile 2020. Lo scrivono gli esperti nella maxi perizia depositata nelle nuove indagini sulle morti, nella prima ondata Covid, degli anziani ricoverati nella storica ‘Baggina’. I periti, fra i quali il dottor Tarzia, hanno detreminato che la dirigenza della struttura non fu responsabile dell’ingresso “precoce” del virus, “avvenuto verosimilmente” attraverso “visitatori, pazienti, ambulatoriali e non” o lo stesso “personale“. Allo stesso tempo, però, nella perizia si punta il dito contro i ritardi nel “fornire i necessari Dpi”, anche per la “presa di posizione” dei vertici dell’istituto, almeno fino alla “prima decade di aprile” 2020, di “impedire-disincentivare-limitare l’utilizzo” di mascherine per non creare “allarmismo“. Poi, un “carente” addestramento del personale e un “incompleto-intempestivo isolamento dei casi sospetti”. “Criticabile” la “gestione dei ricoveri-ingressi nella struttura di 136 pazienti provenienti dall’esterno”. Quindi, sono stati individuati diversi “elementi di censura”, soprattutto per i primi quattro mesi del 2020, “sotto l’aspetto organizzativo gestionale da parte dell’Amministrazione” del Trivulzio, anche considerando “il limite dettato dalle conoscenze possedute all’epoca dei fatti” sul Covid. Vanno tenute presenti, infatti, “le continue sollecitazioni che venivano rivolte all’amministrazione da parte del personale”.

Continua....


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