Mar. Ago 13th, 2024

Il pizzo chiesto a tutte le attività commerciali dell’area urbana sotto la minaccia di bottiglie incendiarie, proiettili o colpi sparati contro le vetrine. Alcuni non hanno mai denunciato

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Sono solo alcuni dei dettagli emersi nell’ambito della maxi inchiesta che ieri, ha portato all’esecuzione di oltre 200 misure cautelari. Le cosche cosentine degli italiani e dei cosiddetti ‘nomadi’, si erano confederate per ottenere profittili illeciti più remunerativi. E sotto estorsione sarebbero finiti praticamente tutti: gelaterie, bar, pizzerie e ristoranti di Rende e Cosenza, ma anche Montalto e centri limitrofi. Ma anche farmacie, gommisti, attività di parrucchieriprofumerie e negozi, anche per bambini. Alle attività commerciali dell’area urbana inserite nel libro paga dei gruppi criminali del “Sistema“, veniva chiesto il “regalo” a Pasqua, Natale, Ferragosto. Alcune attività pagavano da diversi anni e contro di loro, se si ritardava o si ‘opponeva resistenza’, arrivavano gli avvertimenti, tipicamente mafiosi: bottiglie incendiarie, colpi lasciati davanti alle saracinesche e alcuni anche esplosi contro le vetrine.  

Di questi episodi, alcuni non sarebbero mai stati denunciati alle forze dell’ordine come il caso di una pizzeria cosentina. Contro l’insegna infatti, sarebbero stati esplosi colpi d’arma da fuoco. E dalle intercettazioni i componenti delle cosche si preoccupavano se “fosse stato scritto sui giornali”. Commercianti sotto estorsione costretti a versare il “regalo di Pasqua e Natale”. Alcuni indagati li chiamavano “cesti natalizi” da ritirare.

L’unione tra i gruppi ‘ndrangheristi cosentini non avrebbe risparmiato nessuno: supermercati, attività di generi alimentari costretti ad ottemperare alle richieste estorsive altrimenti l’avvertimento era una bottiglia incendiaria davanti l’ingresso e poi, dopo un mese i colpi d’arma da fuoco. Molti di questi commercianti taglieggiati però, hanno sempre negato di aver ricevuto richieste estorsive. Per non parlare della sicurezza e degli affari intorno ai servizi di controllo nelle principali manifestazioni promosse sul territorio. “Sicurezza” imposta dai clan, così come nei locali estivi della costa tirrenica.

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