Ven. Nov 22nd, 2024

In vista una direzione regionale per fare il punto dopo le elezioni sulle (tante) cose da correggere ma anche sul futuro. Ecco la “fotografia” del partito.

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La vittoria al Comune di Vibo Valentia ha cambiato un po’ la prospettiva futura, migliorandola, anche se ovviamente non cancella i problemi, che ci sono e sono anche abbastanza chiari nelle valutazioni in atto in questi giorni. Archiviata la parentesi elettorale, per il Pd calabrese si apre una sorta di fase 2: la fase 1 è stata l’avvio di un percorso di rigenerazione che è lanciato ma ancora evidentemente non si è del tutto dispiegato, come hanno del resto dimostrato i risultati del voto dell’8 e del 9 giugno. La fase 2 potrebbe prendere le mosse dalla direzione regionale che il segretario dem Nicola Irto dovrebbe convocare da qui a qualche giorno, al più tardi agli inizi della prossima settimana. All’ordine del giorno una riflessione sui risultati delle elezioni europee e amministrative ma anche – verosimilmente – una riflessione su cosa e dove cambiare in casa Pd in Calabria. Del resto, è stato lo stesso Irto a ventilare questa traiettoria nel suo primo commento al post Europee, rivendicando la positività del dato se visto attraverso varie lenti ma non nascondendo le difficoltà soprattutto in alcuni territori nei quali evidentemente si è prospettata la necessità di cambiare passo.

Il dato elettorale Su tutto questo dunque si dovrebbe fare un punto in sede di “parlamentino” del Pd regionale, che rischia di trasformarsi nella solita “guerriglia” interna. Non manca ovviamente, nel “corpaccione” del partito calabrese, una critica alla guida di Irto, e in alcune componenti dell’”area Schlein” al Nazareno il dato calabrese è molto attenzionato ma sul tavolo della discussione – va detto subito – il tema della segreteria non c’è assolutamente. Del resto è vero che il Pd è risultato il primo partito alle Europee nel collegio Sud, mentre in Calabria è risultato il quarto partito, ma c’è anche da dire che il Pd di altre regioni hanno messo in campo (e in lista) anche i loro “bomber” elettorali e questo un certo peso l’ha avuto, e comunque in Calabria il Pd è cresciuto rispetto alle Politiche 2022. C’è poi da tenere conto del dato delle Amministrative: non tanto la vittoria a Corigliano Rossano, nella quale in effetti il contributo dei dem non è stato molto significativo vista anche la matrice molto civica della coalizione che ha trionfato con il riconfermato Fulvio Stasi, quanto quella di Vibo Valentia. Il Pd ha fortemente caratterizzato sul piano politico la campagna elettorale di Vibo Valentia, puntando su un candidato sindaco, Enzo Romeo, su cui lo stesso Irto ha tenuto il punto fin dall’inizio – facendolo condividere anche agli alleati – malgrado lo scetticismo iniziale anche interno al Pd, e alla fine la scelta si è rivelata giusta, sia pure per il sostegno di aree centriste al ballottaggio. E il fatto che la leader Elly Schlein abbia citato Vibo e pochi altri Comuni tra quelli che maggiormente l’hanno soddisfatta è sicuramente un segnale di un certo rilievo. Ovviamente, tutto questo non basta a dire che in casa Pd in Calabria le cose filino lisce, tutt’altro.

La “fotografia” attuale La “fotografia” attuale – dicono i bene informati – registra un certo scollamento tra Irto e il gruppo alla Regione in diverse sue componenti (non in tutte), cosa del resto resa plasticamente dalla mancata candidatura di un consigliere regionale alle Europee. Registra l’ordine sparso con cui i big regionali si sono orientati nel voto ai candidati alle Europee, con la “pecca” del dato relativo alla candidata calabrese Jasmine Cristallo, alla quale mancano diverse preferenze proprio dalla Calabria altrimenti si sarebbe potuta raccontare forse un’altra storia. Registra poi un Pd che va bene nelle grandi città ma nelle province complessivamente intese soffre. Registra una situazione di estremo (e ingestibile) caos a Cosenza, con quell’espulsione di tre consiglieri comunali del capoluogo che sta facendo litigare le diverse anime del partito, con tanto di accuse degli espulsi all’area riconducibile a Nicola Adamo. Quanto agli altri territori, registra smagliature a Reggio Calabria, area nella quale maggiormente si evidenzierebbe – sostengono fonti interne – la distanza tra lo stesso Irto e un altro big come il sindaco Giuseppe Falcomatà, così come anche a Catanzaro, con il Pd che rischia di essere messo ancora una volta nell’angolo al Comune nel “tagliando” che il sindaco Nicola Fiorita ha aperto dopo il passaggio anche formale del suo alleato più forte Antonello Talerico, a Forza Italia. Insomma, tante situazioni ancora da chiarire e tanti “vulnus” ancora da colmare.

La prospettiva Da qui l’impressione che la prossima direzione regionale potrebbe essere un ring ma anche un “lavacro” e una nuova ripartenza per il Pd calabrese, con il via alle prime novità nelle gestioni territoriali del partito. Perché c’è anche qualche prospettiva interessante, comunque, in direzione dell’obiettivo di costruire un’alternativa al centrodestra a livello regionale: il progetto del “campo largo” del centrosinistra in Calabria può avere paradossalmente più gambe che nel resto d’Italia, come insegna anche la partita di Vibo (che al secondo turno si è avvalsa anche del contributo di aree centriste come quella di Azione…), sul piano dei contenuti c’è poi la possibilità di portare avanti battaglie identitarie (come la sanità o l’autonomia differenziata) approfittando anche di un centrodestra che inizia a mostrare nervosismo e stanchezza. E all’orizzonte c’è già chi “vede” le Regionali e le prime “manovre” di possibili candidati presidenti tra cui gli analisti già annoverano varie figure tra cui lo stesso Irto, lo stesso Falcomatà, altri sindaci come Franz Caruso di Cosenza e Nicola Fiorita di Catanzaro o l’astro nascente dell’area progressista in Calabria, Flavio Stasi, o altre figure che si stanno stagliando dietro le quinte (come l’ex sindaco di Lamezia Terme, ex assessore regionale alla Sanità ed ex parlamentare Doris Lo Moro). Ragionamenti prematuri, diranno – giustamente – in tanti, ma in politica a volte muoversi in largo anticipo può anche fare la differenza.