Mer. Lug 17th, 2024

Vertice dai toni aspri a Palazzo Campanella. I dem chiedono una giunta politica per proseguire la legislatura. Guccione: «Così non possiamo andare avanti». Sarà Romeo a recapitare le richieste al governatore

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Dopo tre anni e mezzo di vuoto, il gruppo del Pd torna a riunirsi per prendere atto dello stallo in cui versa la Regione. Uno stallo reso ancor più drammatico dall’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore del governatore Mario Oliverio.
Il vertice dei consiglieri regionali dem – il primo dal 2015 – ha fatto registrare parecchie tensioni e molte voci discordanti. Il mantra ripetuto più volte è stato più o meno questo: «O si apre una nuova fase o moriamo». Il che si traduce in una richiesta specifica al governatore: subito una giunta politica o, comunque, una qualche forma di rappresentanza che permetta agli eletti di rapportarsi agli assessori tecnici.
I più convinti assertori di questa necessità sono stati Carlo Guccione («così non possiamo andare avanti»), Giuseppe Aieta e Mimmo Bevacqua. Un rimpasto, o qualcosa di simile, a loro modo di vedere è l’unica soluzione in grado di far fronte allo stato di impasse in cui è sprofondata la Regione. E infatti, nel corso del vertice, più volte è stato sottolineato lo «stato di anarchia» in cui è precipitata la Cittadella dopo la misura cautelare inflitta al governatore. E non sono mancati nemmeno gli accenni critici al «mancato governo dei processi» e alla necessità di «uno scatto in avanti» che consenta di proseguire la legislatura e, al contempo, di puntellare una centrosinistra più che traballante. Una maggioranza che, secondo Guccione, «allo stato non c’è più». Il riferimento è alle defezioni e alle prese di distanza di diversi esponenti eletti, nel 2014, nelle liste di Oliverio.
Sarà il capogruppo Sebi Romeo a dover recapitare questa specie di ultimatum a Oliverio. Il governatore dovrà quindi decidere: continuare così oppure accontentare i “suoi” consiglieri. Che chiedono di avere, finalmente, maggiore voce in capitolo dopo tre anni di giunta tecnica. Quale strada scegliere il governatore?
Nel corso della riunione c’è stato tempo anche per una piccola polemica interna. Il presidente di Palazzo Campanella Nicola Irto ha chiesto al Pd «più coraggio», anche e soprattutto in merito ai tanti risultati positivi realizzati dal consiglio regionale in questi quattro anni.
Nessun accenno, invece, al commissariamento del partito deciso da Matteo Orfini la scorsa settimana. I dem calabresi, per adesso, preferiscono stare alla finestra nell’attesa di capire come vorrà orientarsi il neo responsabile Stefano Graziano, che giovedì inizierà le sue “consultazioni” con tutti i rappresentanti istituzionali e di partito.

IL CONSIGLIO La riunione, durata un’ora e mezza, ha preceduto la nuova seduta del consiglio, scivolata via senza scossoni né sorprese. L’Aula ha approvato le modifiche alla legge sulla tutela e valorizzazione degli alberi monumentali calabresi e quella sui Distretti turistici regionali. Quest’ultima norma, secondo il proponente, Michele Mirabello, darà alle varie realtà locali «la possibilità di organizzarsi attraverso forme di collaborazione tra enti locali e conformi alle esigenze reali del territorio. Dunque autodeterminazione, concertazione, collaborazione tra territori». Favorevole anche Giuseppe Pedà: «La legge potrà dare maggiore impulso ad un settore strategico per la regione». Ok anche alle legge, proposta da Mauro D’Acri, che regola la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento dei prodotti agricoli primari da destinare alla vendita.

RIFIUTI Via libera anche alle nuove disposizioni per la gestione dei rifiuti, da cui deriveranno, per il 2019, spese ulteriori pari a circa 87 milioni di euro e la quinta proroga dei conferimenti agli impianti privati.
Fortemente critico, sul punto, Guccione: «Il provvedimento era scontato, perché il sistema è fragile e incompiuto e si registrano forti ritardi nell’applicazione del piano regionali dei rifiuti. Impensabile scaricare sui Comuni i ritardi della Regione. È dunque necessario fare chiarezza sul programma “discariche zero”». Guccione ha chiesto «una fase di concertazione e l’assunzione di responsabilità degli attori coinvolti».
Sugli scudi anche Fausto Orsomarso, che ricorda come nel 2013, alla fine del commissariamento del sistema, «era stato urgente trovare un accordo con i gestori delle discariche per evitare l’emergenza rifiuti. L’opposizione di allora aveva ritenuto necessario manifestare il dissenso per poi, a distanza di quattro anni, doversi ricredere». Orsomarso, dopo aver espresso voto contrario alla proroga, ha concordato con Guccione sulla necessità di pervenire «a una concertazione con tutti i protagonisti del sistema».
«Oggi – ha detto il presidente della commissione Ambiente Bevacqua – serve un’assunzione di responsabilità nei confronti dei Comuni che, però, hanno accumulato ritardi, anche se giustificabili. Necessario dunque fare squadra per individuare la strategia più giusta e gli interventi più efficaci».

TERME LUIGIANE Approvata, all’unanimità, anche la mozione per il “salvataggio” delle Terme Luigiane di Acquappesa. Il testo, presentato da Aieta, impegna la giunta e il presidente Oliverio «a mettere in campo, senza indugio, tutte le iniziative atte a garantire il preminente interesse pubblico e i livelli occupazionali».

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