Gio. Nov 21st, 2024

“Il futuro è l’Italia. Ed è tetro”. Sta facendo molto discutere, negli Stati Uniti e nel nostro Paese, un articolo pubblicato dal New York Times e dedicato alla possibile ascesa al governo di Giorgia Meloni. Soprattutto dopo che è stato citato da Paul Krugman – Nobel per l’Economia ed editorialista dello stesso quotidiano newyorkese – che si è detto d’accordo con il suo contenuto, e poi è stato ripreso da Il Giornale.

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Firmato dall’intellettuale britannico David Broder, autore di un libro sulla destra populista italiana (“First They Took Rome: How the Populist Right Conquered Italy”), il commento del New York Times definisce un “evento sismico” l’eventualità che per la prima volta “un partito di estrema destra arrivi alla guida di una grande economia dell’Eurozona”: l’Italia “è il futuro” dell’Occidente perché qui, secondo Broder, è più avanzato il processo “del crollo della barriera tra un centrodestra più tradizionale e un’estrema destra ribelle”.

L’articolo del “New York Times” su Giorgia Meloni

E non sarebbe la prima volta che il nostro Paese si trova a fare da avanguardia, nota Broder ricordando l’ascesa del fascismo, della Dc e del berlusconismo. Come in altri Paesi, come nella Spagna di Vox e nella Francia di Marine Le Pen, “in questa atmosfera di declino, il messaggio di Fratelli d’Italia – che la salvezza nazionale può essere trovata nel ripudio dei migranti e nella difesa della famiglia tradizionale – ha trovato un pubblico ricettivo”. Broder ammette che Fdi ha ampliato il suo messaggio oltre i nostalgici del fascismo, ma ricorda anche che nel partito quella cultura non si è estinta (e cita il caso dei rapporti con il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini): “Il fatto che a prendere il controllo della destra siano figure che si considerano esplicitamente eredi della tradizione fascista è uno sviluppo allarmante – e tutt’altro che confinato all’Italia”.

La risposta del “Giornale”

L’intervento di Border, come detto, è stato ripreso dal Giornale all’interno di un articolo secondo cui sarebbe già partita la demonizzazione di Giorgia Meloni. Le “danze”, scrive il quotidiano, sarebbero state aperte proprio da Repubblica, che “ha fatto della demolizione preventiva di qualsiasi sfidante del Pd una missione”. Per screditare l’articolo del New York Times, il quotidiano italiano definisce Broder, che collabora anche con la rivista di sinistra radicale Jacobin, “una voce schierata che rappresenta il sentiment americano quanto Damiano dei Måneskin quello del Vaticano”.

Broder replica su Twitter

È lo stesso Broder a replicare su Twitter, negando tra l’altro di aver mai definito Forza Italia – come sostiene Il Giornale – un partito di “estrema destra”. “Non faccio mistero delle mie idee politiche”, conclude Broder, per il quale è un po’ ipocrita (“pot-calling-kettle-black“, insomma il bue che dice cornuto all’asino) che a dargli del fazioso sia proprio il giornale che è “il megafono del suo propietario, Berlusconi”.

La versione di Meloni
In precedenza la stessa Meloni, in un’intervista a La Stampa in cui le era stato chiesto di commentare l’articolo del New York Times, aveva risposto così: “Non ha alcun senso. È la classica cosa imbeccata. Si stanno muovendo una serie di think tank della sinistra italiana che vanno in giro per dire che se vince la Meloni l’Italia viene risucchiata da un buco nero. Una strategia irresponsabile. Come si è dimostrato con la posizione di FdI sull’Ucraina non c’è nulla da temere”. E Broder commenta che così la leader di Fdi usa di nuovo proprio la strategia di marketing di cui lui parla nel suo articolo: una “politica estera fortemente atlantista” mentre in politica interna il suo partito rimane apertamente reazionario.

di Daniele Castellani Perelli

FONTE LA REPUBBLICA