Gio. Nov 21st, 2024

Il 2023 si apre all’insegna dei rincari che colpiranno soprattutto gli automobilisti. Con l’addio al 2022 arriva anche lo stop agli sconti sui carburanti. Il primo aumento è infatti quello del prezzo della benzina, che da nove mesi a questa parte gode della riduzione delle accise decisa prima dal governo Draghi e poi confermata, in parte, anche dall’esecutivo Meloni. L’orientamento è quello di non prorogare più lo sconto, portando ad un aumento automatico dei listini a partire dal primo gennaio.

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L’aumento del costo del carburante

Il taglio è stato applicato per la prima volta a marzo di quest’anno con l’approvazione del decreto Ucraina bis. Sia per la benzina che per il diesel la riduzione è stata complessivamente di 30,5 centesimi, almeno fino a dicembre di quest’anno, quando con il dl Aiuti quater il taglio è stato prorogato fino al 31 del mese ma ridotto a 18,3 centesimi. Nel frattempo i prezzi sono scesi, riducendo anche l’extragettito che aveva consentito al governo di ridurre le accise (e di conseguenza l’Iva che si calcola in aggiunta). Oggi, stando alle ultime rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente, il prezzo medio nazionale della verde si attesta a 1,625 euro al litro, ovvero ai minimi da giugno del 2021. Il diesel è invece arrivato a 1,689 euro, cioè al minimo da poco meno di un anno, precisamente dal 31 gennaio 2022. In entrambi casi a livelli abbondantemente inferiori a quelli raggiunti dopo lo scoppio della guerra tra Kiev e Mosca.

I pedaggi autostradali

A rischio ci sono però anche i pedaggi autostradali. Sulle arterie di competenza di Autostrade per l’Italia dal primo gennaio aumenteranno del 2%, con aggiunta di un altro 1,34% solo dal primo luglio 2023. Lo annuncia una nota del Mita, nella quale il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini spiega che si rischiava “un aumento che sfiorava il 5% che è stato scongiurato” e che nel nostro Paese, gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione”.

Le bollette

Sul fronte bollette, gli aggiornamenti potrebbero invece essere contrastanti. Per l’elettricità l’Autorità per l’energia ha appena annunciato nel primo trimestre dell’anno un provvidenziale calo di oltre il 19%, ma per il gas l’andamento potrebbe essere opposto. In attesa della comunicazione dell’Arera a inizio gennaio, Nomisma stima un aumento mensile del 20% dovuto all’andamento dei prezzi internazionali di inizio dicembre. Il calo degli ultimi giorni, seguito alla decisione sul tetto al prezzo adottata da Bruxelles, dovrebbe infatti essere recepito, stando all’analisi del centro studi, a partire da febbraio.