Mer. Nov 20th, 2024

Oltre 800 positivi in città; l’area tirrenica è nettamente più colpita. I casi Ardore e Giffone 100 e più casi a Gioia Tauro, Taurianova e Palmi. 10i piccoli centri che hanno un contagio

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E’ un’epidemia che corre, si sposta, s’incunea nelle piccole comunità e che mette paura a tutta l’area metropolitana reggina. Degli oltre 2mila casi attivi nel territorio quasi 800 sono riferiti alla città capoluogo.

Espansione record

L’infezione, dopo l’arrivo della seconda ondata, aveva colpito all’inizio alcune zone collinari dell’area (si ricordi la zona rossa a Messignadi di Oppido Mamertina, poi quelle di Sinopoli e Sant’Eufemia). Pian piano, però, il coronavirus ha raggiunto altri comuni. Il passaggio con la mobilità scolastica e le positività poi trasferite dentro i nuclei familiari.

Tracciamento difficile

Quindi la mancanza di comportamenti corretti e quando poi i numeri sono diventati importanti si è aggiunta la difficoltà di tracciamento da parte dell’Azienda Sanitaria provinciale che a causa delle poche Unità speciali di assistenza (Usca) per la carenza endemica di personale, ha via via perso il controllo. La situazione adesso vede tantissime persone che si recano in strutture private per i tamponi che l’Asp effettua in ritardo, molti soggetti “positivi” che aspettano da giorni il tampone di controllo e in alcuni anche il primo. Ma obiettivamente non si può chiedere di più a un ente costretto ad affrontare questa pandemia in una situazione di emergenza assoluta e forse inimmaginabile fino a poco tempo addietro.

Come cambia il contagio

Al 10 novembre, secondo il report epidemiologico dell’Asp e trasmesso in Prefettura, sono 2.200 i soggetti che risultano essere contagiati. Sono spalmati in 82 comuni sui 97 dell’area metropolitana reggina. E se zone come Sinopoli e Sant’Eufemia registrano rispettivamente 10 e 7 casi e da settimane oramai sono in zona rossa- prima per provvedimento della Regione e poi del Governo- adesso soffrono i centri più popolosi.

Centri popolosi in difficoltà

Quindi Gioia Tauro e Rosarno con oltre 100, 123 a Palmi, 131 a Taurianova, 99 a Polistena, 48 a Melito Porto Salvo e 57 a Siderno. Paura a Villa San Giovanni dove negli ultimi giorni si sta registrando una pericolosa impennata di soggetti “positivi” e che fino a martedì sera erano 60, così come certificato dall’Asp.

I casi eclatanti

A Locri sono 37 superato da un piccolo centro come Ardore che ne conta 38. Ancora più preoccupante il dato di Giffone che sfiora quota 60, così come quello di Mammola dove si contano 29 casi, addirittura di più della vicina Gioiosa Ionica. I dati che vengono continuamente elaborati dall’Asp mostrano un sostanziale dislivello territoriale con l’area Tirrenica della provincia nettamente più colpita dal virus, quella ionica più riparata ma nella quale il covid cerca di sfondare e poi la città che partita a rilento ora sta galoppando e in alcuni quartieri si registrano veri e propri focolai. La diversificazione territoriale si evince nettamente ad esempio guardando i dati di comuni confinanti: a Condofuri, centro più piccolo con oltre 50 contagi, l’infezione corre più veloce di Melito Porto Salvo che di abitanti ne conta il doppio. Montebello Ionico, uno dei centri più colpiti della prima ondata resta per fortuna indietro con 28 contagiati.

Paura nei piccoli ccomuni

E poi ci sono molti centri piccoli che sono in allarme anche per un solo caso perché oramai il virus non sembra essere più controllabile: Laganadi, Staiti, Sant’Ilario dello Ionio, Martone, Melicuccà, Lazzaro di Motta San Giovanni, Feroleto della Chiesa, Caraffa del Bianco, Camini, Cardeto. Sono rimaste in poche le isole felici ma quello che preoccupa è la velocità di espansione del virus nel territorio reggino che sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario reggino.

Chi da uno ha visto salire, ancora per fortuna di poco, il numero dei soggetti contagiati sono Seminara, Varapodio (8), Grotteria, Gerace e Ferruzzano (3), Galatro, (7), Maropati (6), Placanica, Palizzi, Cosoleto, Casignana, Candidoni (2).

Sindaci in allarme

Tra ordinanze, provvedimenti governativi e regionali, si è ricreata la stessa situazione caotica che si era verificata a marzo scorso in occasione della prima ondata del virus. C’è chi chiude i cimiteri e poi li riapre come successo a Reggio. C’è chi già da tempo ha chiuso tutte le scuole di ordine e grado, chi ha sbarrato gli accessi al Comune; chi comunica dati sul contagio che spesso sono in conflitto con quelli ufficiali che per legge possono essere diffusi soltanto dall’Asp. Ma c’è anche chi comunica poco e viene attaccato dai cittadini per questo e chi invece con continui video social è diventato “famoso”.

Potrebbe essere considerata una sceneggiata se non fosse per la gravità della situazione sanitaria che il reggino sta vivendo. Anche alla fine di questa seconda ondata di potranno trarre giudizi e impressioni dopo questi provvedimenti.

a.n.

fonte gazzetta del sud