Mer. Lug 17th, 2024
SUCF2|||$|0N0|000000000000000000000000000000000000000000||||$$0$0$0||000000000000000000000000000000000000000000|

di Raffaella Silvestro

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Mense aziendali al banco di prova, dopo che Palazzo Chigi ha chiarito senza mezzi termini che anche per pranzare sul luogo di lavoro è necessario esibire il green pass. Una presa di posizione molto netta e che ha posto fine al braccio di ferro che stava opponendo imprenditori e sindacati. Uno scontro che in Piemonte era sfociato anche nella proclamazione di uno sciopero (poi ritirato) dopo che in una fabbrica i dipendenti sprovvisti di «pass» erano stati confinati, per consumare il pasto, in un gazebo separato dalla mensa degli altri colleghi. Da oggi sarà interessante vedere come i vari luoghi di lavoro si adegueranno e se il sindacato insisterà nella sua linea di opposizione. Tra i più risoluti nel dire no al green pass si è distinto il leader della Cgil Maurizio Landini.

Ma cosa ha stabilito il governo? La Faq pubblicata da Palazzo Chigi per mettere ordine sulla questione ristorazione sul luogo di lavoro equipara le mense a qualsiasi ristorante. «Per la consumazione al tavolo al chiuso – viene spiegato – i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde. A tal fine, i gestori sono tenuti a verificare le certificazioni». Respinti i «distinguo» avanzati dal sindacato secondo il quale il lasciapassare creava discriminazioni e metteva sullo stesso piano un ristorante (dove il cliente sceglie di recarsi) e la mensa aziendale (dove il lavoratore deve giocoforza pranzare). Ha prevalso la linea delle norme sanitarie uguali per tutti.

Print Friendly, PDF & Email