Il procuratore capo di Napoli accusa: «Si vuole indebolire la magistratura, priorità sbagliate e riforme inefficaci»
Continua....
Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, è intervenuto nel programma “Otto e Mezzo” su La7 per criticare duramente le recenti riforme del sistema giudiziario italiano. Secondo il magistrato, l’obiettivo sarebbe quello di limitare l’autonomia della magistratura e mettere i pubblici ministeri sotto il controllo diretto del Ministero della Giustizia.
«La separazione delle carriere è un falso problema»
Gratteri ha definito la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri «un falso problema». «Cambiare funzioni arricchisce, ma non è necessario, perché nei fatti una separazione esiste già», ha spiegato. «Il vero rischio è che i pubblici ministeri passino sotto il controllo dell’esecutivo, con il Ministero della Giustizia che detta priorità e decide quali reati perseguire. Questo è il vero pericolo».
Riforme che rallentano e non risolvono
Gratteri non ha risparmiato critiche alla produttività del sistema giudiziario: «Le riforme hanno solo rallentato il lavoro dei magistrati. Sembra che alcune leggi siano scritte da persone che non hanno mai assistito a un’udienza». Rivolgendosi al ministro Nordio, ha aggiunto: «Gli direi di fermarsi. Le riforme stanno causando disastri e non proteggono realmente i cittadini. Se poi parliamo delle intercettazioni, i problemi che arriveranno sono enormi».
Abuso d’ufficio e sistema informatico inefficiente
Il procuratore ha definito la recente abolizione dell’abuso d’ufficio «un regalo ai raccomandati». Sul fronte tecnologico, ha paragonato il sistema informatico della giustizia italiana agli acquedotti: «La maggior parte delle informazioni si perde, come l’acqua».
Migranti in Albania: «Serve razionalità»
Gratteri ha anche commentato il trasferimento di migranti in Albania, definendo «inutile» il dispiegamento di 250 uomini delle forze dell’ordine per sorvegliare poche decine di persone: «È uno spreco, molti di loro potrebbero tornare in Italia, dove c’è bisogno di personale».
Il ruolo delle mafie in politica
Durante l’intervista, Gratteri ha parlato anche del suo libro “Una cosa sola”, scritto con Antonio Nicaso, che esplora il rapporto storico tra politica e mafie. «Descriviamo come il potere politico si sia servito delle mafie per rafforzarsi e come, di conseguenza, il potere mafioso sia cresciuto», ha spiegato.
Gratteri ha concluso l’intervista ribadendo la necessità di una magistratura autonoma e indipendente: «Non dobbiamo essere né di destra né di sinistra. L’obiettivo deve essere un sistema giusto ed efficiente, al servizio dei cittadini».