Gio. Ago 15th, 2024

Nicola Gratteri, procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha presentato oggi pomeriggio a Catanzaro il suo ultimo libro Non chiamateli eroi nell’ambito della Prima Rassegna Letteraria tenutasi al Parco della Biodiversità. Intervistato dal noto giornalista e massmediologo Klaus Davi, Gratteri ha ricordato con lucidità come la ‘ndrangheta influenzi l’economia e come, nonostante tutto, vi siano imprese e cittadini che con tenacia nel rispetto della legge resistono ai condizionamenti della criminalità. Nel corso dell’incontro il procuratore Gratteri ha avuto modo di chiarire i motivi che in un prossimo futuro lo porteranno a lasciare la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro: “diventerei sostituto procuratore allo scadere dei tre anni e non è pensabile alla soglia dei 70 anni”. 

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La Dda di Catanzaro

Ripercorrendo gli ultimi anni a capo della Dda di Catanzaro ha raccontato come al suo arrivo vi fossero “fascicoli che giacevano nei cassetti da 18 anni, oggi il più vecchio non supera i 3 anni“. “La squadra che ho messo in piedi – spiega Gratteri – è fatta di persone laboriose e preparate. Lavoriamo compatti e raggiungiamo gli obiettivi, siamo una grande famiglia. Non è vero che in Calabria siamo meno produttivi, siamo stati la Procura che ha smaltito più lavoro durante il lockdown. In quattro mesi abbiamo costruito l’aula bunker più grande d’Europa e stiamo realizzando la nuova Procura con un parcheggio sotterraneo di 180 posti. Ogni mattina faccio 5/6 riunioni, parlano tutti e non si esce finché non decido come procedere. La mediazione non è mai al ribasso perché non fa raggiungere gli obiettivi.”.

‘Ndrangheta vigliacca

“I mafiosi – afferma il procuratore capo della Dda di Catanzaro – sono vigliacchi che uccidono alle spalle. Maestri nell’arte della tragedia riescono a fare litigare famiglie rivali per poi goderne dei benefici. La ‘ndrangheta è fatta di doppiogiochisti, tradimenti, violenza sulle donne. La bacinella in cui confluiscono i proventi dei clan serve a finanziare i detenuti e le loro famiglie, c’è chi sfrutta il potere di potervi accedere. E’ documentato l’episodio del contabile di un clan che era andato a casa della moglie del detenuto e con la scusa di dover consegnare il denaro ha abusato di lei. I capi mafia non rispettano le regole che loro stessi hanno imposto”.

Economia e mafie

“In Calabria perdiamo talenti perché chi ha governato è stato attento a dare al Sud il pesce, ma non la canna da pesca, per creare dipendenza. A noi servono le infrastrutture dell’Emilia, del Veneto, istituti di Agraria d’eccellenza, possibilità di fare impresa. L’imprenditore agricolo – ha dichiarato Gratteri – non può pagare la difficoltà dei trasporti, disagio che non esiste da Roma in su. Abbiamo nella Locride nell’arco di 15 chilometri tre ospedali perché servivano per raccogliere voti, non per restituire servizi ai cittadini. A fronte di ciò devo dire che esistono realtà imprenditoriali serie, che non sono fatte di ‘ndrangheta e truffa. La storia ci insegna che le mafie sono presenti sempre dove ci sono state catastrofi, dove c’è da gestire denaro e potere. I soldi della cocaina non si riciclano solo comprando pizzerie, può accadere che la ‘ndrangheta mettano mano sui fondi del Recovery fund”. Al termine dell’intervista si è tenuta una tavola rotonda su Memoria e Legalità tra il questore di Catanzaro Mario Finocchiaro, il giornalista Rai Paolo Di Giannantonio e Simona Dalla Chiesa dell’associazione Libera Catanzaro.

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