Mar. Ago 20th, 2024

Il 20 agosto 2018, dieci vite spezzate da un’improvvisa ondata nelle gole calabresi. Una comunità ancora in lutto.

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Sei anni sono trascorsi, ma il dolore resta vivo a Civita, in Calabria. La comunità si stringe nel ricordo delle dieci vittime travolte dalla piena del Raganello il 20 agosto 2018, una tragedia che scosse l’intera nazione.

Quel giorno, un’ondata imprevista, causata da uno sbarramento a monte e da un violento acquazzone, si abbatté sugli escursionisti nelle gole. Tra le vittime, Antonio Santapaola e Carmen Tammaro, i cui familiari vivono ancora lo strazio della perdita. La loro bambina, miracolosamente salvata dal Soccorso Alpino, rimane testimone silenziosa di quella giornata fatale.

Le altre vite spezzate includono Myriam Mezzolla, Claudia Giampiero, Paola Romagnoli, Gianfranco Fumarola, Carlo Maurici, Valentina Venditti, Imma Marrazzo e Antonio De Rasis, guida originaria di Cerchiara.

Le immagini dei soccorsi protrattisi fino a notte fonda, le bare allineate nella palestra di Civita, il dolore inconsolabile dei parenti rimangono indelebili nella memoria collettiva. L’evento ha sollevato interrogativi sul sistema di allerta meteo, portando a un’inchiesta giudiziaria con il sequestro del sito e un processo ancora in corso a Castrovillari.

Il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, ha espresso la vicinanza della comunità ai familiari delle vittime, sottolineando come questa tragedia abbia segnato per sempre la storia locale.

La ferita resta aperta, testimonianza di una natura tanto bella quanto imprevedibile, e di vite interrotte troppo presto in un giorno d’estate che doveva essere di svago e scoperta.

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