«Obiettivamente la riforma della prescrizione assicura alla legge i colpevoli impuniti, ma rischia di rendere i processi interminabili, con importanti conseguenze sulle casse dello Stato già quasi vuote. Basti pensare che con lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado saranno circa 30 mila all’anno i procedimenti penali che non avranno più scadenza ed il cui esito graverà ancora di più sugli uffici giudiziari in termini organizzativi ed economici». Lo dichiara l’avvocato e professore di Diritto Commerciale l’Università Mediterranea Paolo Zagami, esperto di diritto e politica economica internazionale ed autore del libro ‘L’Impresa Internazionale e le Riforme del Sistema Italia’, che aggiunge: «A tal proposito è sempre opportuno confrontarsi con le esperienze delle altre nazioni e bisogna notare che la nuova prescrizione ‘all’italiana’ è un caso unico, considerato che nei principali paesi europei – fatto salvo il caso del Regno Unito, dove vige il diverso sistema di Common Law – è sempre prevista la possibilità di congelare o far ripartire da zero la prescrizione. Negli stati in cui vige un Civil Law simile al nostro, invece, la ratio è quella di estinguere i processi penali in cui l’interesse pubblico nel perseguire il reato sia venuto meno, oppure le prove per sostenere l’accusa siano andate disperse nel corso degli anni».
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