Nel corso del programma televisivo ‘Quante Storie’ in onda su Rai 3, il giornalista Corrado Augias ha descritto la Calabria con giudizi durissimi e sprezzanti. “La Calabria è purtroppo una terra perduta, questa inchiesta e anche il maxi processo in corso, del quale i media non hanno parlato a sufficienza, lo dimostrano. La mia opinione personale vale poco, vale quello che vale, è un sentimento, non un’affermazione politica. Io ho il sentimento che la Calabria sia irrecuperabile”, le parole di Augias.
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Giuseppe Nucera de ‘La Calabria che vogliamo’ risponde alle dure parole di Augias in modo deciso, chiedendo alla Rai e a Presidente f.f. Nino Spirlì di intervenire.
“L’intervento di Augias, purtroppo non il primo che osserviamo in televisione contro la Calabria da parte di giornalisti e opinionisti, è grave e inaccettabile. Non è possibile vedere, a intervalli regolari, la nostra regione attaccata senza pietà da parte di personaggi che non sanno nulla della nostra realtà e che pontificano in modo gratuito e ignorante sulla Calabria senza probabilmente esserci mai stati.
La Calabria che vogliamo -sottolinea l’ex Presidente di Confindustria Rc- chiede ufficialmente alla Rai e al Presidente f.f. Nino Spirlì di intervenire. La Rai, in quanto emittente pubblica di informazione, non può permettere che venga vilipesa l’immagine di una regione in questo modo e senza che ci sia possibilità di replica. Per questi motivi chiediamo alla Rai di rimediare a quanto accaduto dando spazio e lustro ad uno dei tanti calabresi di successo, cosi che possa replicare al gratuito attacco di Augias e allo stesso tempo raccontare tutte le positività della nostra terra.
Mi rivolgo inoltre al Presidente f.f. della Regione Calabria Nino Spirlì -le parole di Nucera- auspicando ci sia un’azione legale nei confronti di Augias. E’ chiaro che questo tipo di affermazioni rappresentano un danno d’immagine per la Calabria. La reputazione della nostra regione, cavallo di battaglia del movimento ‘La Calabria che vogliamo’, ne esce inevitabilmente lesa. Per queste ragioni si evidenzia la necessità di procedere con un’azione legale. E’ necessaria al contempo -conclude l’ideatore del movimento ‘La Calabria che
vogliamo’- un’azione di marketing territoriale che coinvolga le più importanti testate giornalistiche e le TV nazionali, in modo da rappresentare la realtà della Calabria fuori dagli stereotipi e da pregiudizi che caratterizzano in modo negativo il pensiero dominante”.
UFFICIO STAMPA LA CALABRIA CHE VOGLIAMO