Mar. Lug 16th, 2024

Femminicidi, intervista alla sottosegretaria all’Interno di Fratelli d’Italia Wanda Ferro

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“Su temi come la violenza di genere, lo stalking, non possono esserci divisioni politiche. Ma una tragedia come quella che ha colpito la povera Giulia Cecchettin non può essere il pretesto per riproporre l’ideologia gender nelle scuole sotto forma di educazione sessuale o all’affettività. La scuola, e le famiglie ancor prima, devono trasmettere i valori del rispetto alla dignità e alla libertà dell’altro, il valore della sacralità della vita e la parità intellettuale. Il tema del patriarcato è fuorviante, perché non descrive correttamente la nostra società”. Con queste parole la sottosegretaria all’Interno di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, molto vicina a Giorgia Meloni, risponde in un’intervista ad Affaritaliani.it alla proposta di Elly Schlein alla premier di lavorare insieme contro la piaga dei femminicidi, dopo la tragica morte di Giiulia Cecchettin.

Il governo intende accelerare sulle norme contro il femminicidio?
“Noi auspichiamo che entro pochi giorni possa essere approvato definitivamente in Senato il DDL femminicidio, già passato all’unanimità alla Camera. La proposta del governo introduce severe disposizioni per il contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica, potenziando gli strumenti di tutela, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Le principali misure introdotte consistono tra l’altro nel rafforzamento dell’ammonimento da parte del questore, nella velocizzazione dei tempi della magistratura anche per l’applicazione delle misure cautelari,  la previsione dell’arresto in differita, l’uso del braccialetto elettronico, la possibilità di applicare le misure anche ai “reati spia”. La volontà è quella di intervenire ai primi segnali. Ma non solo, il governo Meloni ha aumentato i fondi per i centri anti violenza, passando dai 35 milioni nel 2022 ai 55 milioni per il 2024, oltre ai  9 milioni destinati al sostegno alle donne che fuggono dalla violenza domestica. Sul piano informativo ci sarà una nuova campagna di diffusione del numero verde anti-violenza 1522”. 

Quanto è importante l’educazione nelle scuole?
“È chiaro che si debba agire innanzitutto sul piano culturale e sull’educazione. Serve affermare la cultura del rispetto nelle famiglie, a scuola, negli ambienti di lavoro e più in generale nella vita di tutti i giorni. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole con i ministri delle Pari opportunità e della Famiglia, della Cultura e dell’Istruzione”. 

Schlein ha proposto a Meloni di mettere da parte le divisioni politiche e trovare una soluzione comune. Siete d’accordo?
“Su temi come la violenza di genere, lo stalking, non possono esserci divisioni politiche. Ma una tragedia come quella che ha colpito la povera Giulia Cecchettin non può essere il pretesto per riproporre l’ideologia gender nelle scuole sotto forma di educazione sessuale o all’affettività. La scuola, e le famiglie ancor prima, devono trasmettere i valori del rispetto alla dignità e alla libertà dell’altro, il valore della sacralità della vita e la parità intellettuale. Il tema del patriarcato è fuorviante, perché non descrive correttamente la nostra società. Il carnefice di Giulia è un giovane non certo imbevuto di una cultura patriarcale. Credo che il problema sia di segno opposto, figlio di una cultura progressista che ha cancellato i valori e tolto i punti di riferimento, che ha insistito sui diritti e mai sui doveri. Una cultura che trasforma in diritto ogni desiderio, che abitua i giovani ad ottenere tutto senza sacrificio, che non prepara alla competizione e quindi all’insuccesso. Questo ha prodotto generazioni di giovani pieni di debolezze, fragili emotivamente, che non riescono ad accettare un rifiuto, che non sanno affrontare le difficoltà della vita e assumersi le responsabilità dei propri insuccessi. Giovani che troppo spesso non riescono a vedere un futuro fuori dalla bolla ossessiva di una relazione”. 

In Italia manca la certezza della pena, sbaglio?
“La Magistratura ha un ruolo fondamentale perché queste misure abbiano la massima efficacia. Ma io sostengo anche la necessità di prendere in carico gli uomini maltrattanti, perché queste persone dal carcere non escono migliori, e spesso il tragico epilogo di un rapporto malato si consuma proprio al momento della riacquistata libertà”.

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