Lun. Ago 12th, 2024

 Sono stati 60 i libri di poesie pervenuti da tutta Italia per la 54° edizione del Giugno Locrese, storico concorso nazionale che anche per l’anno 2023, ha coinvolto e destato l’interesse di diversi poeti italiani, i cui lavori sono stati esaminati con accuratezza e attenzione, dalla giuria tecnica presieduta dal prof Vincenzo Romeo, composta tra l’altro, da Beatrice Bumbaca, Anna Maria Mittica, Alfredo Panetta e Maria Vittoria Valenti.

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Una kermesse in cui storia e cultura si fondono, attesa di anno in anno e che anche per l’edizione targata 2023, ha richiamato una vasta platea nonché autorità civili e militari.

«Questa edizione – ha esordito in apertura il primo cittadino Giuseppe Fontana – rappresenta la prima celebrazione da sindaco della città, per cui l’emozione è tanta. Il Giugno Locrese pone l’accento sulla valorizzazione del legame tra la produzione poetica di ciascun artista partecipante al concorso e il patrimonio letterario, culturale e di bellezze paesaggistiche del territorio della Locride. Vogliamo difendere l’immagine della città, in simbiosi con cittadini».

L’assessore alla Cultura, Domenica Bumbaca, ha evidenziato come rispetto allo scorso anno, la manifestazione abbracci più sezioni, promuovendo serate all’insegna della musica, del teatro e dell’arte «Questa edizione – ha detto – premia la poesia, l’arte e la musica, integrando al contempo, la mostra Genius Loci, con appuntamenti performativi di Amalia De Bernardis e Roberto Ghezzi, in programma da luglio a settembre, con la collaborazione dell’Accademia Senocrito e il patrocinio della Città metropolitana e Regione Calabria».

La 54° edizione del Giugno Locrese, magistralmente condotta da Maria Teresa D’Agostino e Nicola Procopio, ha decretato tre vincitori e una menzione speciale.

Proprio quest’ultima, è stata assegnata all’artista Gennaro De Falco, per la silloge “Lo spaziotempo di una carezza”.

Il terzo classificato per la silloge, “D come Davide. Storie di plurali al singolare”, è stato Davide Rocco Colacrai; secondo posto per l’opera poetica “L’alveare assopito” di Angela Caccia; mentre a conquistare il primo posto, è stato Giorgio Rafaelli, per la silloge “Quanti di prossimità”.

Rafaelli, già nel 2016, per il libro di poesia “Ultimo firmamento”, è stato vincitore del primo premio al concorso “Pegasus Golden Selection” – e nel 2017, per la silloge “Il nostro debole apparire”.

Entrambe le pubblicazioni, hanno ottenuto molti riconoscimenti in concorsi letterari.

Il “Premio Città di Locri” attribuito a personalità locresi distintesi per valenze professionali, è stato assegnato dall’Amministrazione cittadina al regista, attore e direttore della Scuola Cinematografica della Calabria, Bernardo Migliaccio Spina, noto in città per gli spettacoli teatrali da lui scritti e diretti, come “Asimmetrici”, “Acciaio” e “Ingranaggi”.

Dal titolo del suo lavoro teatrale “Asimmetrici”, prende il nome proprio il suo studio di produzioni cinematografiche, “Asimmetrici Film”.

Tra i suoi cortometraggi, “Perfettamente Rosa”, “Agnus Dei”, “Flegma” e i due lungometraggi “Malanova” e “L’uomo del gas”.

Mentre nel 2019, scrive la sua prima opera letteraria, “Coraisime”.

Premiata anche una delle interpreti (calabresi) della musica barocca, ovvero il contralto Francesca Ascioti, vissuta a lungo a Locri.

Una serata magica quella di ieri, impreziosita dalla presenza del trio Peppe Servillo, Javier Girotto, Natalio Mangalavite (sotto la direzione artistica di Massimo Cusato), con “L’Anno che Verrà”, un viaggio attraverso il repertorio di un mostro sacro della musica italiana di tutti i tempi, quale Lucio Dalla.

Il casertano e istrionico Peppe Servillo, la cui fama è legata per il suo ruolo di frontman della Piccola Orchestra degli Avion Travel (ma anche attore, compositore, sceneggiatore e fratello d’arte dell’attore Tony Servillo,vincitore nel 2013, del Premio Oscar, come protagonista per il film “La grande bellezza), si è esibito insieme a due argentini dalla vocazione prettamente jazz, come Javer Girotto (sax soprano, sax baritono, flauti audini e percussioni) che, deve la propria fortuna in Italia, al successo del suo gruppo Aires Tango oltre che per le sue collaborazioni con i principali jazzisti di casa nostra, come  Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Bebo Ferra, Antonello Salis; e poi, Natalio Mangalavite(piano, tastiere e voce), da svariati anni in Europa, tra jazz, pop e woldi music, è stata una solida spalla per Paolo Fresu e Horacio El Negro Hernandez, oltre che storico collaboratore di Ornella Vanoni.

Un trio dal quale sono emersi il lungo affiatamento, l’intesa artistica, un incastro musicale perfetto, capaci di improvvisare elementi jazz e ricercatezze varie alle musiche di volta in volta eseguite, puntando ad una vera e propria rilettura di un artista come Lucio Dalla.

«L’Anno che Verrà – ha spiegato Servillo al parterre – ci sembrava il titolo più indicato per questo progetto. Il nostro tentativo è stato quello di rileggere i brani di Dalla, ritrovando nella sua scrittura la capacità di fare della canzone un segnale imprescindibile del nostro cercare la  vita, del fare poesia. Lucio Dalla amava, frequentava e praticava il jazz. Indiscutibile il suo legame con questo mondo. Sempre provvisto d’ironia, Dalla conosceva l’arte dell’improvvisazione. Costruiamo un percorso diverso intorno alle sue canzoni, dando respiro a testi dall’alto valore letterario, rendendo onore così ad un repertorio che non bisogna limitarsi a custodire, perchè merita una lettura ulteriore».

Un’esibizione, quella del trio campano/argentino, che ha incantato il pubblico in ogni sua performance, caratterizzata da molteplici, versatili e poliedriche culture musicali, contraddistinta per l’innegabile estro, capacità interpretativa e un’innata voglia di improvvisare.

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