Alessio ed Emanuele non sono dei bulli. È quanto si evince dalla verbale dell’Organo scolastico di garanzia regionale che si è espresso sul ricorso presentato dalle famiglie dei due ragazzi, assistite dall’avvocato Luigi Greco, annullando il provvedimento di sospensione a loro carico. I fatti risalgono allo scorso dicembre quando 10 alunni del Liceo scientifico di Gioiosa furono sospesi per 12 giorni. A spingere il dirigente scolastico Antonio Morfea a prendere questa decisione fu un fatto accaduto all’interno dell’istituto, quando i ragazzi fecero recapitare in classe dei pasticcini a un loro compagno che era stato bocciato all’esame di scuola guida.
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Un gesto a detta loro goliardico che ha però spinto il dirigente a sospendere i dieci alunni che nell’immediato dei fatti scrissero una lettera per fornire la loro versione. «Non era nostra intenzione offendere nessuno perché il tutto si è svolto tranquillamente, con il nostro compagno che ha riso e si è messo a mangiare i pasticcini. Tutto muta all’uscita, quando, giunto a casa si è messo a raccontare l’accaduto ai genitori. arrivando a dirlo al preside. Fin qua – scrivono i ragazzi – vabbè ci stava, forse. Ma arrivare al punto di sospendere dieci ragazzi per bullismo per dodici giorni ci sembra abbastanza esagerato. La cosa che più ci fa riflettere è il fatto che si sia svolto all’oscuro di tutti, tramite un consiglio straordinario, e senza la presenza di un qualsiasi rappresentante dei genitori o magari degli alunni quindi senza qualcuno che potesse ribattere o comunque mettere in discussione ciò che si diceva».
Una ricostruzione che sembra aver convinto anche l’Organo scolastico di garanzia regionale che qualche settimana fa ha notificato alle parti la sua decisione. Nel verbale sono ravvisate: violazione del principio generale del contraddittorio che stabilisce che nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni; violazione delle corretta composizione dell’organo che ha comminato la sanzione, ovvero del Consiglio di classe che avrebbe dovuto comprendere anche la componente genitori e studenti come previsto dalla legge e dal Regolamento d’istituto. Infine, violazione del principio di proporzionalità della sanzione rispetto ai fatti commessi visto che il regolamento d’istituto prevede una sospensione così lunga solo per offesa alla morale, alla religione, alle istituzioni, al capo d’istituto e al personale della scuola: elementi che nel caso in questione, mancano.
«Dopo una prima opposizione presentata alla dirigenza scolastica – spiega l’avvocato Luigi Greco – che aveva sospeso i ragazzi per 12 giorni, ma rimasta inascoltata, è stato adito l’Organo di garanzia regionale il quale si è pronunciato evidenziando gli errori macroscopici dell’organo docenti e dal dirigente scolastico. Nel caso in cui l’episodio fosse stato da sanzionare – conclude – rientrava nella sospensione da uno a tre giorni se fossero stati accertati “parole o fatti lesivi della personalità altrui” ma anche decisione sarebbe stata eccessiva».
fonte gazzetta del sud