In esito alle indagini di polizia economico – finanziaria eseguite nell’ambito dell’operazione
denominata “Puerto Connection”, costantemente coordinate dalla Direzione Distrettuale
Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, militari del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un
decreto di confisca emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, di
beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie per oltre 1,3 milioni di euro nei
confronti di FEMIA Antonio cl. ‘81, già indagato nell’ambito dell’operazione “Puerto
Liberado” volta al contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ed
arrestato in data 20.01.2015 dopo una latitanza di oltre sei mesi.
In tale contesto il FEMIA, quale affiliato con i ruoli, nel tempo, di “picciotto”, “sgarrista” e
“camorrista” alla cosca di ‘ndrangheta URSINO egemone nel territorio del comune di
Gioiosa Ionica, emergeva come uno dei promotori di una associazione per delinquere –
capeggiata dai fratelli Giuseppe e Alfonso BRANDIMARTE, articolata su più livelli
comprensivi di squadre di portuali infedeli, dotata di elevatissime disponibilità finanziarie e
dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti – per conto della quale curava la
raccolta del denaro necessario all’importazione di ingenti partite di cocaina.
Emblematico, a tal riguardo, il sequestro di oltre 128.000 euro in contanti, rinvenuti nel
giugno 2015 in occasione del fermo di polizia giudiziaria del padre del FEMIA stesso,
occultati nel vano motore dell’autovettura su cui viaggiava. Detta somma, come veniva
successivamente accertato, rappresentava il “corrispettivo” per un’importazione di cocaina
proveniente dalla Colombia e recuperata presso lo scalo portuale di Vado Ligure.
Secondo quanto ricostruito infatti, lo stesso FEMIA, mediante continui viaggi in Sud
America, era in grado di interfacciarsi con una serie di sodali e fornitori di cocaina in
America latina al fine di pianificare e di fatto realizzare una serie di importazioni di
sostanze stupefacenti, con origine dai porti panamensi di Cristobal e Balboa e con
destinazione il porto di Gioia Tauro.
In ragione delle suddette evidenze investigative – successivamente confermate nel
giudizio di primo grado – veniva avviato, in sinergia con la menzionata Direzione
Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, l’approfondimento dei profili patrimoniali e
finanziari dell’attività illecita, al fine di far emergere, in capo al medesimo indagato, le
ricchezze non giustificate alla luce dei redditi dichiarati e dell’attività economica svolta.
Le attività si concludevano con l’individuazione di 1 villa con finiture di pregio, 1
appartamento, 3 terreni, 1 impresa, 2 autovetture, 5 rapporti finanziari – oltre ai menzionati
€. 128.000 in contanti – nell’effettiva disponibilità di FEMIA Antonio, del quale veniva
altresì provata la pericolosità sociale qualificata ai sensi dell’art. 4 lett. b. del codice
antimafia, per un valore complessivo di euro 1.348.567,98.
Al riguardo, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria disponeva
dapprima il sequestro delle menzionate disponibilità economiche, qualificate quali
provento del traffico internazionale di stupefacenti e, con l’odierno provvedimento, la loro
confisca.
Salgono così a euro 5.681.258,98 i valori dei beni mobili, immobili e finanziari
complessivamente confiscati nell’ambito della richiamata operazione “Puerto Connection”
ai diversi membri della predetta associazione.
Reggio Calabria, 08 dicembre 2017
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA VICARIO
Calogero Gaetano Paci
Continua....