Mer. Ago 7th, 2024

Gioiosa J. (RC): “CHERNOBYL… e poi il futuro” il 21 agosto mostra di Daniele Macrì. Un evento patrocinato dall’ Amministrazione Comunale di Gioiosa Jonica, sostenuto e organizzato dall’Associazione Culturale Arteterapia Zefiroart.
Il sidernese Daniele Macrì nasce a Locri (RC) il 10.04.1977, attualmente vive a Muggia (TS). Si avvicina alla fotografia sin da bambino quando con le prime gite scolastiche si trova a fotografare i posti e le persone che incontra. Da autodidatta inizia a scoprire i primi fondamenti della fotografia sia analogica che digitale.
Dopo una lunga pausa, circa 11 anni fa, decide di frequentare a Trieste il suo primo corso sulla fotografia creativa, dopo questo ancora uno stop, fino a quando qualche anno fa ha iniziato a prendere seriamente questa passione a due mani e portarla avanti, frequentando alcuni corsi fotografici avanzati e specifici dal ritratto alla
postproduzione delle immagini, studiando in maniera più approfondita i grandi fotografi nazionali ed internazionali.Ad oggi non ha ancora deciso quale genere fotografico seguire, anche se, il ritratto ed il reportage per il momento incontrano maggiormente i suoi gusti e le sue corde, comunque sempre cercando di dare una sua impronta personale. Una cosa certa è che secondo lui le fotografie devono rimanere “Mute”, senza didascalie o spiegazioni, in modo che ogni singola immagine abbia la possibilità di
esprimersi in maniera autonoma, sarà il singolo spettatore che coglierà dallo scatto il significato o l’emozione che sentirà. Nell’ agosto 2019 inaugura la sua prima mostra personale itinerante dal titolo  “Chernobyl, … e poi il futuro

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Notizie sulla mostra fotografica

“CHERNOBYL, … e poi il futuro …
Questa mostra nasce dalla curiosità, dalla curiosità dell’ autore di vedere con i propri occhi quei luoghi che hanno segnato, in un certo qual modo, la vita di milioni di persone. Nel 1986, anno del disastro, l’ autore aveva solo 9 anni, quindi non era in grado di capire cosa
volesse dire Chernobyl: disastro nucleare o ancora esplosione del nocciolo.
Capisce però la paura, che si fa strada in quei giorni, e negli anni a venire, e si manifesta soprattutto sul cibo, paura di mangiare verdura e ortaggi o di bere latte, perché contaminati, contaminati da radiazioni, un qualcosa di invisibile all’ occhio umano, ma tanto pericoloso da
generare terrore. Con gli anni la curiosità è cresciuta e le informazioni sono arrivate, informazioni che hanno chiarito che un difetto di progettazione del reattore RBMK ed una serie di sfortunati eventi dovute a valutazioni umane sbagliate hanno portato in pochi minuti al più grande disastro nucleare che l’ intera umanità abbia mai conosciuto.Questa mostra però, non vuole parlare del dramma umano o di quello tecnico, hanno parlato fior di scienziati e di sociologi, in maniera molto più esaustiva. Questa mostra invece, vuole solo dimostrare, come l’ uomo non è preparato ad eventi di questa
portata, come una città, Pryp’jat’ , nata come città del futuro nel 1970, oggi sia diventata un monito, un esempio in negativo, per le generazioni future. Vuole anche dimostrare come l’ uomo sia in grado di adattarsi ad ogni cambiamento, anche il più terribile.

Lr ecodellalocride.it

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