Il comune di Gioia Tauro, in dichiarato dissesto finanziario, un debito colossale ancora non ufficialmente quantificato, si parla di oltre 40 milioni di euro, sciolto per mafia, ha approvato con delibera di giunta lo schema di ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato per il triennio 2017/19. Bilancio redatto dalla commissione straordinaria guidata dal prefetto Antonio Reppucci. Il documento contabile, come previsto per legge passa alla Corte dei Conti che dopo il suo parere viene inoltrato alla commissione enti locali del ministero dell’Interno visto che l’ente è in una situazione di dissesto.
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Andando a spulciare l’atto amministrativo una delle voci più importanti nel recuperare nuovo credito, soprattutto per far cassa alle dissanguate finanze del comune, lo si trova nel capitolo Imu, e in particolare, come recita il documento contabile, l’avvio di verifiche da parte degli uffici tributari “per le attività di accertamento e riscossione delle entrate comunali in area portuale” soprattutto riguardante la posizione di Mct, la società che gestisce lo scalo per l’erronea identificazione catastale da parte dell’Agenzia delle entrate delle superfici operative catalogate nella categoria E (ovvero esenti da pagare l’Imu).
Un errore madornale che dal 2012 al 2016 si èperpetuato nel tempo senza che nessuno intervenisse e con l’aggravio pesante per i conti del comune. Gli avvisi emessi hanno un importo di oltre 371mila euro per ciascuna annualità che corrisponde a un versamento complessivo di oltre 2 milioni di euro di Imu da versare all’ente. La verifica continua in particolare per l’area portuale, sia per gli anni precedenti, che successivi a questo quadriennio.
L’azione della commissione è quella di attuare una stretta alla grande evasione che c’è nel territorio comunale. Più volte il prefetto Reppucci, che guida la terna commissariale a Gioia Tauro, ha evidenziato la gigantesca evasione presente: più del 70% dei cittadini, ha dichiarato ai nostri microfoni, non paga i tributi con un conseguente sfaldamento dei servizi essenziali. Ed è chiaro che con l’ente in default tutti i tributi comunali vengono applicati nella misura massima prevista dalla legge, cioè sarà introdotta l’aliquota dello 0,8% per i prossimi 5 anni a tutti e senza agevolazioni per fasce di reddito, quindi Tari, Tasi e Irpef a massimi.
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