Mer. Lug 17th, 2024

Il sindaco Lucano è intervenuto all’incontro nazionale di Emergency: «I problemi per noi sono iniziati con il governo precedente. Ma nel Sud che soffre lo spopolamento l’arrivo delle persone è stato fondamentale per costruire una comunità»

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«Non possiamo rimanere neutrali, se nella politica non c’è umanità, non ha più senso niente». È una delle frasi che il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ha detto in collegamento durante l’incontro nazionale di Emergency a Trento. A introdurre l’intervento di Lucano è stata Amalia De Simone, giornalista del Corriere della Sera: «Proprio perché è riuscito a fare qualcosa di straordinario – ha detto la cronista – adesso ne sta pagando le conseguenze». Ma il sindaco dell’accoglienza ha subito ribattuto: «Siamo una comunità multietnica, conviviamo, niente di speciale. L’esperienza diretta mi ha agevolato nel mio lavoro da sindaco, ho voluto conoscere il mondo più da vicino e ciò mi ha ripagato. In un paesino del profondo Sud che soffre lo spopolamento, l’arrivo delle persone è stato fondamentale per costruire una comunità. Riace nel Dopoguerra faceva circa 4mila abitanti, adesso siamo molti di meno, ci sono ancora case vuote, c’è posto». Ma dopo che il paese è diventato un modello di accoglienza noto in tutto il mondo, sono arrivati anche i problemi legati alle procedure burocratiche e il blocco dei fondi: «Sono due anni che Riace che vive questa situazione oppressiva. I problemi – ha aggiunto Lucano – sono iniziati con il governo precedente».
In conclusione è stato lo stesso fondatore di Emergency, Gino Strada, a riconoscere il ruolo della piccola comunità della Locride: «La cittadinanza di Riace è stato per me un riconoscimento migliore di tanti altri che lasciano le cose come stanno. Non è stato un atto formale, perché viene da un posto che sta praticando la resistenza umana rispetto alla barbarie. Riace è un faro per l’Italia, e noi siamo al fianco del sindaco e dei cittadini».

 

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