Dom. Set 1st, 2024

Il convegno “Il turismo delle radici nei borghi più belli d’Italia” apre un dibattito sul potenziale del turismo identitario e sulla destagionalizzazione degli eventi

Continua dopo la pubblicità...


paliodelciuccio
CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Gerace è stata una delle tappe dell’evento itinerante del Festival Nazionale dei Borghi più Belli d’Italia 2024, ospitando un importante convegno dal tema “Il turismo delle radici nei borghi più belli d’Italia”. L’evento ha visto la partecipazione del sindaco di Gerace, Rudi Lizzi, che ha sottolineato l’importanza di valorizzare il territorio attraverso il turismo delle radici. «Accogliere chi torna per riscoprire le proprie origini è un modo fondamentale per dare valore alla nostra città», ha dichiarato il primo cittadino, ringraziando anche il capogruppo Pino Varacalli per il suo contributo nell’organizzazione dell’iniziativa, grazie alla sua esperienza come membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles.

Il convegno ha coinvolto diversi esperti e amministratori locali, tra cui Giuseppe Varacalli, consigliere comunale di Gerace e relatore presso il Comitato Europeo delle Regioni sul turismo delle radici. Varacalli ha evidenziato l’importanza di far tornare nei territori di origine gli emigrati di seconda e terza generazione, per far loro riscoprire le proprie radici, la lingua, gli usi e le tradizioni locali. «Questo tipo di turismo non solo può generare un impatto economico positivo, ma può anche stimolare investimenti nei territori e contribuire alla destagionalizzazione, affinché il turismo non si concentri solo nel mese di agosto», ha affermato Varacalli.

Moderato da Luisa La Colla, esperta di turismo delle radici, il convegno ha visto anche l’intervento di Bruno Cortese, membro del direttivo nazionale dei Borghi più Belli d’Italia, e del sindaco di Cleto, Armando Bossio. «È fondamentale creare sinergie tra i comuni e le istituzioni, coinvolgendo anche la Chiesa, per rispondere alla crescente domanda da parte dei discendenti degli emigrati, che spesso cercano le tracce dei loro antenati, come la casa del nonno o il luogo di sepoltura dei familiari», ha sottolineato Cortese.

L’iniziativa di Gerace è stata elogiata da tutti i presenti, soprattutto per l’impegno a valorizzare il territorio e a creare opportunità di sviluppo attraverso un turismo che punta alla riscoperta delle radici. Durante l’evento, è stato evidenziato come numerosi emigrati provenienti da paesi come Argentina, Brasile, Perù, Cile, Messico, Canada, Stati Uniti e Australia abbiano visitato la regione quest’anno, attratti dal desiderio di rivivere le tradizioni dei loro antenati.

Questi visitatori vengono accolti nel borgo di Gerace con un programma di 30 giorni che prevede corsi di lingua italiana al mattino e laboratori esperienziali nel pomeriggio. Tra le attività offerte, corsi di strumenti tradizionali calabresi come la lira, la zampogna e il tamburello, oltre a lezioni di cucina che insegnano a preparare specialità locali come la pizza e i dolci calabresi. I partecipanti hanno inoltre la possibilità di visitare aziende locali a conduzione familiare specializzate nella produzione di olio, formaggi e miele, vivendo in prima persona l’esperienza della tradizione calabrese.

L’evento ha visto anche la partecipazione del vicesindaco di Caccuri, Saverio Loria, il quale ha sottolineato l’importanza del progetto e l’impegno della sua amministrazione a sostenere la promozione dei borghi calabresi attraverso iniziative simili. La giornata si è conclusa con la cerimonia di consegna della bandiera del Festival Nazionale dei Borghi più Belli d’Italia, un simbolo di eccellenza che unisce le comunità locali nella valorizzazione del loro patrimonio culturale.

L’amministrazione comunale di Gerace si è detta pronta a continuare su questa strada, sicura che i risultati ottenuti rappresentano solo l’inizio di un percorso di crescita per il turismo e lo sviluppo del territorio.

Print Friendly, PDF & Email