Gio. Nov 21st, 2024

Nota stampa di Giuseppe Cusato

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Ringrazio tutti i coloro che sono intervenuti all’incontro dibattito tenutosi ieri domenica 2 ottobre presso la scuola di Gerace Vene.

In modo particolare voglio ringraziare i genitori di Focà che hanno partecipato, con i quali ci terremo in contatto ,vista la vicenda che sotto molti punti di vista ci lega per la soppressione dei rispettivi plessi e il rapporto amichevole e solidale reciproco generatosi.

In egual modo esprimo forte rammarico per la mancata presenza dei rappresentanti delle rispettive amministrazioni e comunità di Canolo e Antonimina con le quali sarebbe stato utile confrontarsi. Durante il dibattito sono emerse le posizioni dei vari enti coinvolti nella vicenda scuola Vene.Ancora una volta l’istituzione scuola afferma che si tratta di numeri.

Non è chiaro o forse lo è fin troppo, come sia stato possibile spostare i bambini a 20 km di distanza, senza autorizzazione alcuna e soprattutto contro le norme contenute nelle circolari del ministero, in materia di trasferimento di alunni , emanate in conseguenza degli equilibri di bilancio da rispettare.

L’impatto che ha avuto la decisione del Miur di trasferire i piccoli alunni a Tre Arie e stato fortemente discriminante e lesivo dei diritti della comunità di Vene, ma soprattutto delle giovani famiglie di genitori che hanno investito il loro futuro, proprio nella convinzione di crescere i loro figli in luoghi sicuri e accoglienti come la scuola Vene.

La valutazione del Miur in seno al trasferimento, oltre che rappresentare una forte azione discriminante, lesiva, dei dettami della Costituzione in alcune sue parti per quello che riguarda le deleghe relative alla reale competenza di aperture, accorpamenti e chiusure di scuole d’ infanzia e primaria, affidate ai comuni ( vedi art. 139 della legge delega 112 del 31 marzo 98) .

Il Ministero della Pubblica Istruzione da diversi anni tenta di mettere le mani proprio sulla scuola , decidendo e modificando, i parametri numerici per la formazione delle classi ( istituti ecc.),

invadendo così l’ambito delle deleghe affidate a Regioni, Province e Comuni (vedi sentenze della corte costituzionale n 200 del 2009 e 147 del 07 giugno 2012), che sancisce proprio l’ illegittimità delle norme emanate dalla famosa legge Germini ( 111/2011), che pretendeva di invadere, appunto, e controllare in maniera uniforme, sul territorio italiano la generazione, l’accorpamento e la chiusura di scuole e istituti comprensivi.

La stortura generata dal trasferimento di Vene a Tre Arie e un caso emblematico, che viola, attraverso lo stabilirsi di parametri da parte del Ministero stesso, le competenze , proprie degli enti locali, in materia di dimensionamento scolastico e dei punti di erogazione del servizio scuola infanzia e primaria, all’interno del territorio di competenza degli enti locali .

E’ ormai chiaro che sotto questo aspetto i comuni come Gerace debbano rivendicare tale competenza, spettante loro dalla legge 112 , contro la quale in passato norme come quelle della legge Germini si sono schiantate al suolo difronte alla Corte Costituzionale.

Da noi c’è un vecchio detto “se il popolo sta zitto piano piano il prete si sposa” questo e quello che è accaduto, attraverso il demandare alla politica e al Ministero dell’Istruzione, competenze e oneri che sono propri degli enti locali.

Ciò che noi chiederemo e chiediamo ai nostri amministratori è che si riprendano il diritto sancito dalla legge delega tradotte le reali condizioni del territorio, valutare se chiudere, accorpare o mantenere le scuole.

Se proprio il ministero non ha soldi per pagare gli insegnati, per mantenere scuole come quelle di Vene e Tre Arie, faccia la riforma e il dimensionamento degli stipendi dei loro dirigenti, a partire dal Dirigente scolastico per finire al Ministro della Pubblica Istruzione, così sicuramente daranno lavoro a migliaia di insegnati degni e capaci di istruire i nostri figli.

Dimenticavo che quando si parla di stipendi di dirigenti ai vari livelli, non si può fare la riforma perché subito salta fuori che si tratta di diritti acquisiti.

L’idea che tutto accada in nome dei parametri fissati nel bilancio dello stato, e che debba necessariamente pesare solo su noi cittadini, in maniera duplice, con tagli di servizi come la scuola e aumento di tasse per gli stessi servizi, non è soltanto iniqua e incomprensibilmente folle , ma sicuramente indegna di un paese civile come il nostro , nella quale Costituzione italiana viene sancito il diritto dovere all’istruzione, assieme a quello dell’uguaglianza dei cittadini difronte allo stato.

Per questo motivo nei prossimi giorni cercherò i contatti per rappresentare a chi è custode della Costituzione quanto appena affermato, agli organi politici di vario livello, appartenenti al qual si voglia colore politico, nel tentativo di ottenere risposte ai problemi della scuola, che coinvolgono tutte le comunità ,quindi non solo la nostra , ma anche quella di Tre Arie e Canolo.

Distinti saluti

Il componente del Consiglio d’ Istituto

Giuseppe Cusato

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