Ven. Nov 15th, 2024
Roma, 14 ott. (askanews) - La Guardia di Finanza di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria ha scoperte numerose truffe ai danni del servizio sanitario nazionale. In particolare sono stati accertati casi in cui è stata prodotta un'autocertificazione non veritiera per beneficiare di esenzione sanitaria non dovuta. Complessivamente, tra il 2015 e il 2016, sono state accertate oltre 1.600 tra prestazioni sanitarie e cessioni di prodotti medicinali per i quali non sono stati pagati i ticket. Una trentina le persone che dovranno rispondere all'autorità giudiziaria per il reato di truffa ai danni della Regione Calabria. Tra queste anche soggetti con redditi particolarmente elevati proprietari di immobili di pregio ed autovetture di lusso.

All’esito di un’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo, Dott. Giovanni Bombardieri, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso nei confronti di nr. 23 dipendenti pubblici “assenteisti” della locale Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica, tutti indagati per truffa aggravata ai danni dell’Ente di appartenenza.

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Le indagini, svolte dai Finanzieri della Compagnia Pronto Impiego del capoluogo reggino, sono state coordinate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Gerardo Dominijanni, e dirette dal Sostituto Procuratore, dott. Andrea Sodani.

L’attività investigativa, corroborata da circa 45 giorni di riprese video per oltre 1200 ore di registrazioni e da servizi di osservazione, pedinamento e controllo, ha consentito di smascherare la truffa ai danni dell’Ente di appartenenza posta in essere da parte dei 23 dipendenti pubblici.

Nello specifico, gli indagati, attestando falsamente la propria presenza sul luogo di lavoro, ovvero dichiarando falsamente di essere in missione esterna per conto dell’Ente di appartenenza, riuscivano ad allontanarsi arbitrariamente per diverse ore al giorno dai propri uffici.

Un malcostume che per i suoi caratteri di pervasività e diffusione nel contesto amministrativo dell’ente, non poteva che realizzarsi e perdurare nel tempo, al solo fine di perseguire personali benefici, in un clima di cronico disinteresse per le funzioni pubbliche svolte.

Attraverso tali stratagemmi, ciascun dipendente poteva rimodulare la propria giornata lavorativa assentandosi liberamente e a propria discrezione, per poter così fruire di lunghe pause caffè nei diversi bar della città o per dedicarsi ai propri passatempo.

La lotta all’illegalità nella Pubblica Amministrazione costituisce una priorità per la Guardia di Finanza, alla luce del fatto che questa contribuisce a ostacolare la realizzazione del potenziale di crescita economica nazionale e influisce negativamente sulla qualità dei servizi proposti al cittadino dalle amministrazioni nazionali.