“La Calabria deve ripartire dalle sue risorse: agricoltura e turismo sono elementi trainanti della nostra economia capaci di produrre sviluppo e nuova occupazione e, così, arrestare il flusso migratorio di cittadini che sono costretti a cercare fortuna fuori regione”. E’ quanto afferma l’onorevole Giuseppe Galati candidato al Senato con Noi con l’Italia nel collegio plurinominale della Calabria.
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“A tal proposito gli arretramenti che si sono verificati in questi ultimi anni – aggiunge l’onorevole Galati – sono testimoniati dagli ultimi dati Istat che interessano, negativamente, in modo particolare il Mezzogiorno. La Calabria, nell’ultimo anno, ha visto calare la popolazione residente di ben 8000 unità, passando da 1.965.100 a 1.957.100 abitanti. Come riporta l’Istat la popolazione diminuisce nonostante che il saldo migratorio estero dei cittadini stranieri risulti in crescita”.
“Questi dati allarmanti, dovuti anche alla emigrazione di numerosi giovani che in Calabria non hanno opportunità di lavoro, impongono – prosegue l’onorevole Galati – un deciso cambio di rotta rispetto al passato. Occorre frenare lo spopolamento del territorio calabrese e produrre benessere e opportunità di lavoro per i cittadini residenti. I giovani devono essere messi nelle condizioni di non abbandonare la loro terra e di realizzare qui le loro aspettative. Per realizzare questi obiettivi è necessario puntare su politiche che possano favorire la crescita: un’agricoltura di qualità legata alla tradizione e supportata dalle nuove tecnologie, un’industria turistica capace di capitalizzare al meglio le potenzialità del territorio, puntando principalmente sul rispetto dell’ambiente e sulla destagionalizzazione dell’offerta, e un deciso investimento in infrastrutture (reste stradale e ferroviaria) sono condizioni imprescindibili se si vuole cambiare passo e guardare al futuro con ottimismo”.
“Puntare sulla Calabria, sul Mezzogiorno e sulle loro risorse inespresse – conclude l’onerevole Galati – significa investire sul futuro dell’Italia. Solo così è possibile avere un’economia più ricca e un Paese più forte”.