Una vera e propria rivoluzione avverrà nel mondo dello sport per la decisione, assunta dal Comitato Olimpico Nazionale di ridurre il numero delle discipline riconosciute. Fra la miriade di specialità sportive o pseudo tali, alcune molto diffuse in altre Nazioni altre, addirittura, inventate, spicca, l’esclusione, nel settore arti marziali, del krav maga. Il metodo israeliano di combattimento dovrà, quindi, pensare al futuro non sportivo. Fra le tante organizzazioni presenti in Italia, alcune serie, altre, forse, poco, se non per nulla, la Federazione Italiana Krav Maga detiene il ruolo di prima associazione ad aver diffuso questa disciplina nel nostro Paese, quando era solo una pratica nota nei paesi di oltreoceano.
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Attiva da oltre 25 anni, in Italia, la Fikm è presieduta da un dirigente sportivo di elevato livello, Giuseppe Palma (nella foto copertina). Classe 1962, anche presidente internazionale della
Federazione Internazionale Krav Maga, Giuseppe Palma, fa parte del Comitato Internazionale dello Sport e Arti Marziali. E’ pure Coordinatore dell’Unione Veterani dello Sport Sezione Giulio Onesti CONI e Presidente Nazionale di Unione Palestre.
A lui abbiamo chiesto:
Presidente Palma, qual è il futuro del krav maga in Italia, dopo questa decisione del CONI e cosa cambierà fra i vostri associati?
Questa decisione del CONI ci ha lasciato molto perplessi, ha fatto molto discutere, in quanto non ha senso non riconoscere una disciplina, se poi vengono riconosciute attività minori che non hanno neanche i numeri.
Questa è una decisione tipica italiana, in quanto negli altri paesi dove noi operiamo non esistono questi problemi.
Il Krav Maga è riconosciuto in paesi come in Belgio e Francia, per citarne qualcuno.
Ritiene che la decisione del CONI sia stata detta dalla presenza di una miriade di pseudo federazioni, alcune poco serie o dedite alla pratica della catena di Sant’Antonio?
Col passare del tempo sono nati centinaia di pseudo associazioni e federazioni, capitanate da maestri immaginari, che hanno creato una dittatura nel campo delle arti marziali ed hanno distribuito centinaia di diplomi a persone senza che esse avessero qualche conoscenza della difesa personale.
Circa 15 anni fa, scrissi ad alcune organizzazioni di Krav Maga per creare un’unione e diventare un’unica forza, ma senza nessun successo, perché ognuno preferiva prevalere sugli altri.
In questi ultimi due anni siamo riusciti a fare accordi con L’Unione Italiana Karate Sportivo e con L’Unione Italiana Kung Fu, che hanno creduto nel nostro progetto e attualmente siamo una grande potenza.
Come avete fatto e come farete a distinguervi in questa Babilonia di organizzazioni?
La Federazione ha un Direttivo, composto da Presidente, Vice Presidente, Consiglieri Nazionali, Coordinatori, Commissione d’esame etc.
Rispetto alle altre, dove il presidente è anche il direttore tecnico, ed il “maestro spirituale”.
Promuoviamo tantissime attività, sia in Italia che all’estero, ma in questi ultimi cinque anni proprio nei paesi esteri siamo arrivati in Algeria, Tunisia e Marocco, dove questa disciplina non era sviluppata a causa della sua provenienza.
Non pensa che il fatto che alcuni pseudo maestri, che hanno divulgato un sistema non proprio consono al metodo originale abbiano fuorviato parecchi appassionati? Cosa fare per far prendere coscienza alla gente e imparare a distinguere?
I nostri istruttori seguono una formazione attenta e professionale e seguono, non solo la parte tecnica e teorica, ma anche una buona preparazione fisica.
Inoltre, il nostro programma è stato attuato nel rispetto della legge italiana.
I nostri formatori sono avvocati, appartenenti alle forze dell’ordine, militari e medici.. Insomma, gente preparata!
Purtroppo ci sono molte scuole dove i maestri di altre discipline si sono convertiti al Krav Maga, senza avere un minimo di esperienza, pensando che non avrebbe fatto differenza tra una disciplina e l’altra. La nostra Federazione è sempre in continuo sviluppo.
Ci parli delle iniziative della Fikm
Una grande novità è stata che la nostra Federazione da circa due anni ha iniziato anche l’attività agonistica in Italia e all’estero, proponendo gare dimostrative, dove inizialmente siamo stati criticati da altre federazioni, ma ora anche loro hanno visto il successo che comporta e si sono cimentati nella realizzazioni, ma non hanno avuto il riscontro tanto desiderato perché una fotocopia non potrà mai essere uguale o meglio dell’originale!