È l’affermazione delle “libertà responsabili” la nuova sfida della CISAL che, da Salerno, suona la carica ai lavoratori stanchi delle finte tutele perché, più che mai, bisognosi di difensori dei diritti e degli interessi di chi crede fermamente nell’insostituibile ricchezza del “capitale” lavoro.
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A illustrare linea e strategie della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori è il segretario generale Francesco Cavallaro che scuote il Consiglio Nazionale, riunito al Grand Hotel Salerno, dicendosi convinto che «quel preziosissimo patrimonio di libertà del quale il sindacalismo autonomo della CISAL è sempre stato difensore strenuo, anche se finora negletto, diventerà patrimonio di ogni singolo lavoratore».
il Segretario Generale della CISAL, ha illustrato anche un quadro generale impietoso del Paese «Nulla di rassicurante, purtroppo, a cominciare dal lavoro che non c’è, mentre la disoccupazione, specie dei giovani e delle donne, soprattutto nel Mezzogiorno, continua ad essere drammatica».
Tra i temi caldi che hanno visto la CISAL sempre in prima linea: mancata riforma costituzionale, riforma del mercato del lavoro, rappresentanza, modello contrattuale, riforme della pubblica amministrazione, previdenza, “Buona Scuola”, giustizia, “Non Riforma Fiscale”. «Ma anche – conclude Cavallaro – tanta assistenza agli iscritti e alle famiglie, grazie alle opportunità offerte da Cisal Servizi e Consulenze, e solidarietà, come la raccolta fondi, tuttora in corso, a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia».
La CISAL è, «pronta ad intercettare ed interpretare il profondo senso di ribellione che anima i lavoratori italiani alla ricerca di una rappresentanza “nuova” a cui affidare il proprio legittimo desiderio di riscatto proponendosi come sindacato moderno, proprio perché autonomo e indipendente da sempre».
Un impegno, quello della CISAL, , sul tema “Il lavoro che non c’è”, incentrato sulla necessità di «individuare le più opportune strategie per promuovere il lavoro uscendo, però, dal coro, dando un senso al modo di essere autonomi, propiziando una autentica svolta strategica, tanto attesa dai lavoratori quanto disattesa dalla politica».
«Non a caso – sottolinea Cavallaro – il lavoro che non c’è è la ragione primaria che nega alla nostra società quegli spazi essenziali di crescita e democrazia economica, oltre che di vera democrazia sindacale».
Nella sua analisi sullo stato dell’arte del mondo del lavoro, il segretario generale della CISAL evidenzia che «purtroppo, dopo oltre un anno e mezzo, la situazione occupazionale non è migliorata. Il lavoro resta un tema tanto ricorrente quanto strumentalizzato, ideologizzato, enfatizzato e, comunque, affrontato con colpevole superficialità. Tanto da restare, appunto, un tema irrisolto nelle mani di un Governo Gentiloni, peraltro identico a quello Renzi, ancora una volta non legittimato dal voto popolare».
«Il disastro, del resto, – incalza Francesco Cavallaro – è sotto gli occhi di tutti: lavoratori e pensionati sempre più poveri e bistrattati e forze politiche di governo caratterizzate da contrapposizioni e lotte intestine che fungono spesso da alibi per nascondere meri interessi di parte e/o di potere. Per non parlare delle forze di opposizione, sempre più frammentate e innocue. Il tutto condito da un linguaggio da gossip».
Nella sua relazione Propone anche la Lotta alla pressione e all’evasione fiscale e contributiva per ridare fiducia al mondo del lavoro e rimettere in moto il Paese.
Infatti Cavallaro ha puntato l’indice su «un Paese che sopporta da troppo tempo uno dei fenomeni più odiosi per una società democratica fondata sul lavoro: l’evasione fiscale e contributiva. Circa un terzo della ricchezza prodotta (circa 570 miliardi) annualmente sfugge, infatti, ad ogni tipo di imposta sottraendo all’erario, dai 130 ai 170 miliardi di euro che potrebbero essere, invece, impiegati a sostegno delle Riforme (a partire da quella fiscale) per uscire dal tunnel ed imboccare finalmente la strada della crescita, dello sviluppo e quindi dell’occupazione e del lavoro».
Passaggio importante della relazione del segretario generale della CISAL è stato, infine, quello sulla riforma della giustizia e le misure anticorruzione: «Una giustizia che funzioni rappresenta sicuramente uno dei più efficaci deterrenti contro il malaffare in genere, la corruzione in particolare. Naturalmente – ha aggiunto – servono le leggi, ma le lungaggini procedurali e processuali, unitamente alla mancanza di certezza della pena, ammesso che si arrivi in tempi utili a sentenza definitiva, finiscono quasi sempre per renderle inefficaci.
“Il cuore grande dei lavoratori – ha concluso Cavallaro – è l’unica certezza di questo nostro Paese abbandonato alla confusione più totale, alla disoccupazione galoppante (che rischia di esplodere alla fine del 2017 quando le imprese tenteranno di sbarazzarsi dei dipendenti assunti con gli sgravi contributivi), al debito pubblico che cresce nonostante la sindrome di tagliare indiscriminatamente tutto. Anche la dignità dei lavoratori che, invece, la CISAL continuerà a difendere mettendo in campo la forza e il cuore che animano un vero sindacato”.