Mar. Lug 16th, 2024

I parlamentari calabresi Jole Santelli e Roberto Occhiuto: “Si lanciamo accuse deliranti nei confronti di un soggetto che ha debiti di natura privata fingendo di dimenticare il problema che pende su Guccione”.

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COSENZA – Da una interrogazione all’altra. Da una fazione all’altra. Dopo l’interrogazione dei parlamentari calabresi del Pd che chiedono al ministro dell’Interno Angelino Alfano di fare chiarezza sui debiti dell’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, eccone arrivare un’altra, stavolta da parte dei deputati calabresi di Forza Italia, Jole Santelli e Roberto Occhiuto (quest’ultimo fratello di Mario).
I due chiedono ad Alfano “quali provvedimenti intenda intraprendere il Governo, al fine di verificare se gli atti di mistificazione e di calunnia posti in essere da parlamentari e dirigenti del Pd cosentino, impegnati a propalare notizie false e tendenziose sulla figura del sindaco uscente Mario Occhiuto, non rappresentino il tentativo surrettizio di turbare la regolare e democratica competizione elettorale del 5 giugno prossimo“.
“Alcuni parlamentari del Pd – aggiungono Santelli e Occhiuto – continuano a sostenere la tesi calunniosa, priva di qualsiasi fondamento giuridico, spudoratamente menzognera, secondo cui l’arch. Mario Occhiuto, imprenditore e, come tanti altri suoi colleghi italiani, alle prese con una contingenza economica legata a diversi fattori, potrebbe addirittura ‘scaricare’ sulle casse comunali alcune partite debitorie. Ciò, oltre a essere palesemente falso, maschera la vera ipotesi di decadenza che è quella che colpirebbe Carlo Guccione, indagato per peculato ed estromesso dalla Giunta regionale per l’inchiesta ‘Rimborsopoli’, nell’impossibile evenienza che diventi Sindaco, atteso che l’eventuale condanna in primo grado farebbe sortire gli effetti della legge 190/2012. Nel mentre la posizione giudiziaria del Guccione è pendente nessun addebito giudiziario è stato mai posto all’arch. Occhiuto, ‘colpevole’ di vivere una condizione simile a centinaia di migliaia di imprenditori e professionisti italiani che, peraltro, rischiano motivi di incapienza a causa della difficoltà di esigere crediti certi”.
“Il paradosso – concludono i due deputati – è che si lancino accuse deliranti nei confronti di un soggetto che ha debiti di natura privata fingendo di dimenticare il problema che pende sul candidato a sindaco del Pd, certificato politicamente dal presidente Oliverio con la revoca da assessore regionale a causa di una ‘probabile cresta’ sui fondi pubblici”.

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